la Storia di Tarquinio Provini
Le origini delle Officine Provini hanno radici in tempi lontanissimi, quando, di officine poco si parlava. La storia inizia verso la metà dell'800, quando tale Provini iniziò a cimentarsi nell'allora diffusa arte del ferro battuto. Passano gli anni e il figlio Dante impara bene quel mestiere: è proprio un artista. Nonostante anche un semplice cancello risultasse un'opera d'arte e che il ferro sotto le sue mani sembrasse prendere vita, mancava ancora qualcosa ad appagare Dante: “il Movimento”..
Nelle officine si diffondono le macchine a vapore che muovono le prime macchine automatiche, nei campi i primi trattori, sulla via Emilia, non ancora asfaltata, le prime macchine, le prime moto. La "metamorfosi" è rapida, e pur non disdegnando di tanto in tanto di regalare a qualche amico o parente una delle sue creazioni in ferro battuto, Dante diventa un sicuro punto di riferimento per chi avesse guai con qualsiasi organo meccanico. E così, il trebbiatoio inceppato riprendeva a funzionare sotto gli sguardi increduli dei contadini, la caldaia in panne che aveva fermato un intera officina tornava a funzionare ed una bella pulita al carburatore permetteva al signorotto di riprendere il cammino sulla via Emilia. Ma, un guaio di cui non aveva tenuto conto non tardò ad arrivare: siamo nel 1933 a Roveleto di Cadeo, e nella sua già numerosa famiglia fa la comparsa Tarquinio..
Tarquinio trascorre i primi anni della sua fanciullezza tra i motori ed i macchinari nell' officina del padre. Non è quindi molto sorprendente che all'età di 10 anni sia già in sella alla sua prima motocicletta. Nel 1949 e 1950, quando è ancora troppo giovane per ottenere la necessaria licenza della F.M.I., comincia a correre, ma col nome di suo zio, Cesare Provini. Sotto questo nome ed in ambedue gli anni vince il Campionato Provinciale. Nel 1953 è già in età di poter correre col proprio nome e vince il Campionato Italiano di 3ª Categoria e si piazza 2º nella grande corsa Milano-Taranto. La sua ascesa alla fama è rapida e drammatica. Il 1954 lo vede Campione Italiano di 2ª Categoria vincendo anche il Motogiro d'Italia. Durante la seconda metà di questa stagione la F.M.I. lo promuove Corridore di 1ª Categoria ed egli continua la stagione vincendo il G.P. di Spagna e classificandosi 2º al G.P. delle Nazioni a Monza. Si aggiudica due Titoli Mondiali, nel 1957 nella classe 125 su Mondial e nel 1958 nella classe 250 su MV Agusta. Da questo momento completamente lanciato, corridore di fama mondiale, continua a percorrere i Circuiti Motociclistici del Mondo fino a quando, su uno dei suoi circuiti preferiti, quello dell'Isola di Man, subisce una grave caduta.Il 16 settembre 1966 è veramente un gran brutto giorno per l'ancor giovane Tarquinio. I medici annunciano quel giorno che si è rotta la spina dorsale e che non potrà più camminare, non parliamo di correre in moto. Una volta convintosi che non potrebbe più ricominciare a correre in moto, lascia il mondo delle corse e si dedica ad altre attività connesse con la sua passione per le motociclette. Ebbe la geniale idea di produrre modelli in miniatura delle motociclette che lui ed i suoi validi rivali hanno cavalcato in strenue competizioni sui circuiti di tutto il mondo. Nascono così prima la PROTAR azienda che in pochi anni diventerà leader nel settore modellismo e poi l'Officina Provini per la realizzazione degli stampi.
Ma anche a Tarquinio, cosi come accadde a Dante con il ferro battuto, la staticità dei suoi modelli non lo appaga, sono sì perfetti ma non danno brividi se non cavalcati.. e cosa ci poteva essere di più emozionante del vedere i suoi figli correre? Nasce cosi il moto club PROTAR e nella scuderia Provini Olio Fiat diretta da Sergio Censi gareggiano in fuoristrada con buoni risultati prima il figlio Marzio e più tardi Tullio. Quest'ultimo smessi i panni del "pilota" entra a far parte del team CH Racing diretto da Fabrizio Azzalin (compagno di squadra nelle Fiamme Oro) come meccanico di Stefano Passeri. Quando l'attività della PROTAR passa completamente a Marzio la collaborazione di Officine Provini con CH Racing diventa cosa seria sino a coronarsi con una doppietta mondiale dei piloti Petteri e Aro assistiti da Tullio. Sono 15 anni "volati" in cui le Officine Provini cercano di "rubare" tutta l'esperienza possibile nel settore fuoristrada, anni in cui viene brevettato il sistema T.E.C. un sistema idraulico che permette di regolare la velocità di apertura della valvola di scarico nei motori a due tempi. Nel 2005 la TM Racing propone alle Officine Provini la gestione tecnica delle sue moto da enduro, Tullio accetta anche se lasciarsi 15 anni alle spalle non è facile ma ancora una volta quel qualcosa che non fece sentirsi appagati prima Dante e poi Tarquinio riaffiora.. sarà un caso ma fu su una italianissima Benelli, guarda caso anch'essa di Pesaro, che Tarquinio chiuse la sua carriera. Le Officine Provini hanno deciso di ripartire da qui, spinte dal sentirsi un po' Davide contro Golia, spinte dal desiderio di vedere il made in Italy primeggiare come un tempo.
Tarquinio Provini è scomparso il 6 gennaio 2005 nella sua abitazione di Bologna, ma le imprese che ci ha regalato sulle piste di tutto il mondo, rimarranno sempre nel cuore di tutti, patrimonio umano che nessuno, nemmeno la morte potrà mai cancellare.
"per gentile concessione delle officineprovini".
"per gentile concessione delle officineprovini".