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Tri Limon Des Franc


di Umberto Lamberti

Piccinein màl datt e dasprà
con carrèt lighà sò col fil'd fer
t'al cattàva insal curs e in strà dritta
sutta i portag ad piazza Cavài

crèd che 'tzoin allarà mai savì
con che num l'è stà batzà
ma sinsàtar almeno una vòta
all'avri sinti a luminà.

Ciotti dadsà, Ciotti dadlà
par tri limon des franc
al biassàva una cicca 'd tuscan
ga scappava una quàica saracca

Ciotti dadsà, Ciotti dadlà
da strà'd suar, Sant'Anna al turrion
pò famus che un artista da cinù
col so tri des franc un limon.

Indirizzo Piacenza Italia
par famiglia i ver piasintein
e par stùvà d'inveran cul frèdd
un quartein ad vei russ

o un grappein,
indla so vita un po da pòsgatt
crèd ca 'd mal al n'abbia
mai fatt

e sutt terra coi povar e coi siur
al sa merita l'ombra d'un fiur.
Ciotti dadsà, Ciotti dadlà
il tudivan in gir i smurcion

adess al gira insièma
a San Pedar
con ciastein pin da stèll e'd limon.


Giuseppe Soprani in arte "Ciotti" nato a Piacenza alla fine del 19° secolo e morto all'ospizio di Borgonovo all'età di 68 anni. E' spirato con la nostalgia nel cuore della sua città, la proposta di ricovero al Vittorio Emanuele era arrivata troppo tardi. Lui chiedeva continuamente di poter essere rimandato a vendere limoni e arance là dove aveva passato tutta la sua vita e cioè per le strade della sua adorata Piacenza. Spingeva con le sue gambe inferme uno sgangherato carrettino e poi, parcheggiato il suo mezzo, si metteva il cesto di limoni sottobraccio e partiva alla ricerca di clienti. Al grido "tri limon des franc" (tre limoni 10 lire) i primi avventori erano i ragazzi che lo sbeffeggiavano e che lui cercava di allontanare con qualche maledizione e qualche bestemmia. Rimaneva serio e abbronciato affinchè qualche buon cristiano lo chiamava per offrirgli un bicchiere o due di vino. Allora Ciotti si rasserenava e ritornava a bazzicare i quartieri cittadini con la sua classica andatura claudicante accentuata anche dal grande consumo di vino che serviva si a scaldarlo nelle fredde giornate invernali, ma che contribuiva anche a offuscargli la mente tanto che a fine giornata non gridava più tri limon des franc ma tri des franc un limon..
Il Pantaleoni lo ricorda come un Don Chisciotte stracittadino, sempre in lotta con la vita quotidiana per gli stenti, i disagi, povertà e scarsa salute; non un classico sbandato di quartiere (pòsgat, in dialetto) ma un povero diavolo travolto dagli eventi. Si ritirava a dormire nei portoni, nelle baracche disabitate e nel primo dopoguerra si rifugiava nelle rovine delle abitazioni bombardate e alla mattina di buon ora si recava al mercato della frutta per acquistare qualche cosa da rivendere, i frequenti ricoveri ospedalieri servivano anche per dargli una ripulita generale. E' rimasto, come tanti altri personaggi cittadini, nei ricordi di chi lo ha conosciuto, in un periodo della storia dove ancora erano vivi e sinceri i rapporti con il prossimo ed erano anche permessi gli sfottò a qualche disgraziato o emarginato che in breve tempo diventava famoso e conosciuto tanto da diventare parte integrante della città.