penna

il Castello di Rivalta - Gazzola


Lungo la trebbia, a circa 14 km dal capoluogo Piacenza, nel comune di Gazzola, si trova un imponente complesso fortificato è il castello di Rivalta. Ubicato su di una ripida scarpata (ripa alta) attaccata alla riva del fiume Trebbia, pur avendo una posizione poco elevata gode di una notevole vista panoramica sul greto del fiume, molto ampio in questo punto, e sulla campagna circostante. E’ importante ricordare che nelle vicinanze sarebbe stata combattuta, nel 218 a.C., la battaglia sul Trebbia fra le truppe cartaginesi di Annibale e le legioni romane. Nei secoli successivi, sulla strada militare che percorre la valle del Trebbia, a (ripa alta) sorge una torre d'avvistamento situata in posizione strategica. Dopo la caduta dell'Impero romano, il territorio di Rivalta diventa longobardo e quindi caposaldo a difesa della posizione strategica di particolare importanza. Il castello di Rivalta è collocato sulle pendici dei primi rilievi appenninici, dove il fiume si allarga e incontra la pianura prima di sfociare nel Po. La fortificazione era riparata dal fiume su due lati e controllava anche l’accesso alla valle del trebbia , che un tempo era una importante via di comunicazione con Genova e con il mare.

Un po di storia: La prima testimonianza che parla del castello è uno scritto su di un atto di acquisto del 1025. L’imperatore Enrico II dona il castello, nel 1048, al monastero di San Savino di Piacenza. Passa sotto la giurisdizione dei Malaspina nel XII secolo che dominavano anche tutto il territorio dalla Lunigiana fino alla valle Staffora e il podestà di Piacenza, Oberto Pallavicino, nel 1225 ordinò la distruzione del castello e degli altri manieri dei Malaspina, (oltre a Rivalta appartengono ai Malaspina anche i centri di Rivergaro, Podenzano, Cortemaggiore e San Pietro in Cerro). I Ripalta , nei primi anni del XIV secolo, lo cedettero a Obizzo Landi e da allora e fino ai giorni nostri, tranne alcuni brevi periodi, rimase sempre di proprietà della famiglia Landi seppure di rami differenti. Inizialmente Obizzo Landi ha dei rapporti amichevoli con Galeazzo Visconti, allora signore di Milano , tanto che nel 1313, anche grazie al sostegno dei Landi, Galeazzo Visconti era divenuto Signore di Piacenza. Ma nel 1322 la situazione cambia rapidamente, tra i Landi e i Visconti i rapporti non sono più come nel passato, Obizzo Landi, feudatario di Rivalta, ghibellino e in buoni rapporti con Galeazzo Visconti, si trova ad un certo punto a doversi schierare contro il potente alleato per ragioni tutt'altro che politiche. Si dice infatti che le sempre più frequenti visite di Galeazzo a Rivalta siano dovute non tanto al suo interesse verso l'amico Obizzo, quanto per Bianchina, la sua bellissima moglie. Un giorno, mentre si trova sola a Piacenza, Bianchina riceve del tutto inaspettatamente un insistente messaggio di Galeazzo, che la invita con urgenza a raggiungerla nel suo palazzo. Le intenzioni dell'uomo le appaiono subito chiare. Bianchina, sostenuta dalla fedeltà verso il marito, agisce di furbizia e si reca al galante appuntamento accompagnata da alcune dame di fiducia.

Il banchetto e l'ambiente fatti preparare da Galeazzo non lasciano dubbi: come le fa capire Galeazzo, all'appuntamento seguente la donna avrebbe dovuto recarsi sola. Fuggita a Rivalta, la donna racconta l'accaduto al marito, il quale, profondamente offeso e deluso dal comportamento di colui che crede un fedele compagno, dà inizio a possenti lavori di fortificazione al Castello in previsione di più rovinosi contrasti. Galeazzo, acceso d'ira per l'umiliazione ed il tradimento inflittigli dalla donna, riunisce un possente esercito e assedia le mura del Castello di Rivalta. Dopo undici settimane di lunga ed estenuante resistenza, gli assediati devono arrendersi. Le perdite sono ingenti anche per i vincitori, che lasciano sul campo più di centocinquanta uomini. Galeazzo ordina la distruzione del Castello. Nel frattempo, Obizzo riesce a fuggire dal Castello assediato e si dirige verso Asti dove, messo da parte il suo orgoglio ghibellino, si offre come condottiero delle truppe del cardinale Bertrando del Poggetto, che mira a conquistare Piacenza. Nell'ottobre del 1322, il trionfante Obizzo Landi entra in città, sopraffacendo Galeazzo Visconti e scacciando anche il cugino Manfredo Landi da Castell'Arquato. Con questa vittoria Obizzo riesce a sottrarre ai Visconti il dominio su Piacenza e ad essere eletto rettore della città dal cardinale. In realtà, non era stato tanto il tentativo di seduzione di Bianchina a scatenare i conflitti, quanto le precise intenzioni di Obizzo di conquistare Piacenza. Come celebre condottiero, il Landi continua a prestare servizio al pontefice difendendo le ragioni della Chiesa, finchè muore nel 1328 a Bologna. Obizzo e Bianchina avevano tre figli: il più giovane perde la vita in un'imboscata, perciò il Castello passa alle sorelle ed ai rispettivi mariti, Pietro Zanardi Landi e Galvano Landi. Questi si contendono a lungo l'eredità, finchè non ne diviene proprietario Galvano III Landi. La rivalità tra i due dà origine alla leggenda del fantasma del Castello, poichè la vicenda finisce con un assassinio. I Visconti tornano padroni di Piacenza nel 1336 otto anni dopo la scomparsa del nemico. Nel 1412 Filippo Maria Visconti, duca di Milano succeduto al fratello Giovanni Maria, conferma a Manfredo Landi l'investitura del feudo di Rivalta con il titolo di conte. Poco dopo lo stesso duca, sospettoso di ribellione, lo priva del possedimento assegnandolo, insieme ad altri feudi del piacentino, al condottiero Niccolò Piccinino. Parecchi anni dopo, Manfredo IV Landi se ne riappropria definitivamente di Rivalta con la forza. Gli succede Corrado Landi.

In quegli anni la signoria sforzesca vacilla minacciata da Carlo VIII, re di Francia, sceso per conquistare il Regno di Napoli, invitato e finanziato in questa impresa da Ludovico Sforza che si sentiva minacciato dal re di Napoli (1494), poi dal suo successore Luigi XII, che segna il crollo del dominio sforzesco (1499). In quel periodo Corrado Landi aveva ospitato nel suo Castello il cardinale Ascanio Sforza che fuggì da Milano nella notte del 10 aprile 1500, subito dopo aver saputo della sconfitta del fratello (Ludovico) e della sua cattura in quello stesso giorno. Corrado Landi dovette però consegnare l'ospite e amico Ascanio ai Veneziani, alleati dei francesi, giunti poche ore dopo. Nel 1515 Ludovico di Francia, allora duca di Milano, concede a Corrado Landi la facoltà di tenere il mercato a Rivalta, a vantaggio delle popolazioni locali. Il mercato accresce sensibilmente lo sviluppo del Borgo e consente alla località di divenire -sino all'unità d'Italia(1861)- capoluogo di Comune. Nel secolo successivo, la difficile convivenza nel ducato di Parma e Piacenza - costituito da Paolo III nel 1543 - ed il conseguente accentramento del potere nelle mani dei Farnese, significa per molte influenti famiglie la confisca delle loro ricchezze. Con la presunta congiura del 1612, Ranuccio I incamera diversi castelli del contado. Nel 1682, con l'estinzione del ramo principesco dei Landi, questi devono cedere a Ranuccio II i feudi di Bardi e Compiano e poco dopo devono rinunciare anche ai diritti per il controllo sulle acque del Trebbia, ottenendo in cambio il meno redditizio marchesato di Gambaro nella Val Nure. Tra gli altri fatti bellici che interessano la località, si ricorda l'assedio del 1636 da parte di seimila spagnoli, agli ordini del generale Gil De Has. Rivalta viene saccheggiata anche dai soldati tedeschi del generale Berenklau nel 1746, e ancora nel 1799 dai francesi del generale Mac Donald. Nel 1808, con la morte del marchese Giuseppe Landi si estinse il ramo dei Landi conti di Rivalta e marchesi di Gambaro.

Il Castello passa ai Landi conti delle Caselle, marchesi di Chiavenna. Nel 1895 il Castello ed il Borgo sono acquistati dal conte Carlo Zanardi Landi di Veano, discendente di Pietro Zanardi Landi, uno dei contendenti nelle liti di divisione nel XIV secolo. Si deve alla famiglia Landi la trasformazione, tra il XV e il XVII secolo in una residenza di prestigio, signorile e circondata da un magnifico parco, tra gli ospiti abituali annovera alcuni componenti della famiglia reale d’Inghilterra e si preannuncia con il profilo inconfondibile ed unico di uno svettante "torresino". Sono visitabili il salone d'onore, la sala da pranzo, la cucina, le cantine, le prigioni, le camere da letto, la torre, la sala delle armi, la galleria, la sala del biliardo, il museo del costume militare. Il castello offre, nel borgo, anche 12 stanze di lusso per l'ospitalità alberghiera. Ai conti Zanardi Landi, attuali proprietari del Castello, si devono il restauro sistematico e la valorizzazione del complesso. Altre notizie su: castellodirivalta.it


veduta del castello di rivalta-valtrebbia