Pertite.. Tempo Scaduto
"di Stefano Pareti"
Ho cercato di mettermi nei panni del sindaco Dosi di fronte al problema Pertite, e di chiedermi cosa farei se fossi al suo posto. Lui ha attorno chi gli indica una soluzione, e chi gliene propone una completamente diversa. Ma anche mettendomi nei suoi panni, se davvero il sindaco vuole un nuovo Parco in città, io darei disposizione agli uffici comunali di predisporre gli atti per la Variante specifica ed urgente al PRG per l’area Pertite, come chiesto dal Comitato. Perché? Per almeno 5 motivi:
1- la Variante accelera i tempi dell’acquisizione e non li allunga come ha arditamente sostenuto l’ass. Bisotti – Un inserimento nel PSC allungherebbe invece i tempi di acquisizione, perché cambia totalmente la tempistica che verrebbe protratta di un paio d’anni;
2- la destinazione a Parco Pubblico riduce gli oneri della concessione o della acquisizione (il Demanio valuta un bene in base alla sua destinazione d’uso!);
3- il vincolo non lascia le mani libere né discrezionalità alla delegazione comunale: la Pertite in una trattativa riguardante una decina d’aree militari potrebbe uscire con altre destinazioni ; mentre con la Variante si farebbe sapere da subito alla Autorità militare che sulla Pertite non ci può essere trattativa: è destinata a Parco!;
4- rispetta i desideri di 30mila elettori che sono stati protagonisti di un referendum che se anche non ha raggiunto il quorum, è perlomeno un maxi sondaggio d’opinione che non lascia dubbi;
5- della Pertite stiamo discutendo da 4 anni, e il desiderio della città è chiaro.
1- la Variante accelera i tempi dell’acquisizione e non li allunga come ha arditamente sostenuto l’ass. Bisotti – Un inserimento nel PSC allungherebbe invece i tempi di acquisizione, perché cambia totalmente la tempistica che verrebbe protratta di un paio d’anni;
2- la destinazione a Parco Pubblico riduce gli oneri della concessione o della acquisizione (il Demanio valuta un bene in base alla sua destinazione d’uso!);
3- il vincolo non lascia le mani libere né discrezionalità alla delegazione comunale: la Pertite in una trattativa riguardante una decina d’aree militari potrebbe uscire con altre destinazioni ; mentre con la Variante si farebbe sapere da subito alla Autorità militare che sulla Pertite non ci può essere trattativa: è destinata a Parco!;
4- rispetta i desideri di 30mila elettori che sono stati protagonisti di un referendum che se anche non ha raggiunto il quorum, è perlomeno un maxi sondaggio d’opinione che non lascia dubbi;
5- della Pertite stiamo discutendo da 4 anni, e il desiderio della città è chiaro.
Ecco perché la Pertite va scorporata dal pacchetto delle aree militari.
-affermo queste cose sulla base della mia esperienza di sindaco quando ci fu il problema della Galleana. La situazione da un punto di vista giuridico-normativo, era esattamente la stessa di oggi. Era stata avviata, dal 1977 una trattativa con i militari e con i ministeri competenti (Difesa e Finanze), ma il comune nel 1980, e io ero assessore all’urbanistica, vincolò a parco pubblico l’area della Galleana, sulla base di analisi e studi urbanistici iniziati nel 1977 che avevano portato prima ad una Variante di tutela e salvaguardia nel 1978 e poi alla variante Generale nel 1980. (La Variante del 1978 confluì poi nella Variante Generale del 1980, ed altrettanto si potrà fare per una Variante-Pertite, ove fosse finalmente adottata). Ma la trattativa con i militari non si interruppe mai e proseguì malgrado la destinazione della Galleana a Parco. Nel frattempo erano cambiati alcuni protagonisti: io ero diventato sindaco, e la trattativa si concluse positivamente. Il 23 settembre 1984 il parco venne inaugurato, dopo essere stato bonificato dai militari e recintato dal comune. L’area ci venne data in concessione e il comune diede in affitto 26 alloggi al personale della difesa in un edificio alla Besurica che il comune aveva appositamente costruito. Nell’ufficio del Piano comunale c’erano tra gli altri l’arch. Claudio Maccagni (che sostiene oggi le tesi dell’ass. Bisotti e del suo predecessore) e l’arch. Stefano Benedetti (componente il comitato Pertite). Vi furono svariati incontri nei due ministeri competenti, anche con i due ministri, Rino Formica e Lelio Lagorio, ai quali partecipava una delegazione guidata da me e con la partecipazione di alcuni capigruppo di maggioranza e di minoranza. E incontri anche più assidui vi furono con il Comando Militare della regione Tosco-Emiliana che aveva sede a Firenze.
-per discutere del destino della Pertite ho chiesto di incontrare separatamente più di dieci consiglieri comunali di maggioranza e opposizione per chiarire con loro i termini della questione: il potere decisionale spetta al consiglio comunale, che ha sul punto l’ultima parola. Le leggi di riferimento sono sostanzialmente quelle vigenti all’epoca del parco della Galleana: ogni comune ha il potere di pianificare il proprio territorio, indipendentemente da chi è il proprietario delle aree interessate, sia esso un soggetto pubblico o privato; e indipendentemente dal fatto che il comune ne abbia il possesso all’atto della delibera che stabilisce una nuova destinazione d’uso. La nostra variante non è illegittima: non esiste alcun impedimento. Tanto è vero che nel caso di aree militari il ministero della difesa, (attraverso il comando militare competente), può sempre, ove lo ritenga, presentare Osservazioni per modificare l’atto che il comune ha adottato, precisando il perché lo ritiene inidoneo: sta al comune accogliere o respingere l’Osservazione. (E non si dimentichi che il comune di Piacenza negli ultimi anni ha approvato almeno 3 Varianti specifiche al PRG: Autosilo di via Venturini, Centro addestramento ex Enel di viale Risorgimento; e immobili comunali destinati a finanziare il palazzo Uffici).
- E’ vero che vale sempre la norma fondamentale secondo cui se l’autorità militare ritiene che un immobile sia strategico ai fini della difesa nazionale, vengono a cadere tutti i vincoli comunali, ma il sindaco Dosi ci ha riferito che nel suo incontro a Roma il 25 gennaio scorso, gli è stato tranquillamente detto che per le Autorità militari la Pertite può anche essere destinata a parco, e che la pista di collaudo può trasferirsi nell’area dell’Artale. In base alla mia esperienza devo dire che non ho mai trovato nelle rappresentanze militari atteggiamenti pretestuosi o dilatori, ma anzi rispettosi delle comunità in cui i loro insediamenti sono collocati: ricercano sempre ogni possibile collaborazione con le istituzioni locali.
-l’accoppiata PSC-RUE che la giunta Dosi considera immodificabile ha come allegato il Master Plan del Politecnico, che destina tutte le aree militari a 3 diverse ipotesi di edificabilità per ognuna di esse, e quindi è evidente che le previsioni relative alla Pertite confliggono con la destinazione a Parco Pubblico. Ho sempre chiesto all’ass. Bisotti di stralciare dal PSC ogni riferimento al Master Plan, ma l’ass. non è d’accordo, e però non si offenderà se lo accuso di perseverare in un comportamento contraddittorio. Il Master Plan serviva a finanziare un nuovo stabilimento militare da 250 milioni di €, ma ora che quell’ipotesi pare tramontata, il Master Plan deve essere cestinato: ingenera equivoci e fa dubitare delle reali intenzioni del comune di Piacenza.
-per il Parco della Galleana dopo il regime di concessione si stabilì di comune accordo tra le parti di passare ad una permuta con conguaglio, 16 anni dopo, nel 2001 quando era sindaco Gianguido Guidotti e vice sindaco l’on. Foti.
-spero che il sindaco Dosi superi le sue perplessità e dimostri ai suoi assessori e alla città che egli ha capito cosa Piacenza si aspetta dall’Amministrazione comunale.Grazie.(Stefano Pareti, Auditorium Fondazione - Piacenza 9 aprile 2013).
-per discutere del destino della Pertite ho chiesto di incontrare separatamente più di dieci consiglieri comunali di maggioranza e opposizione per chiarire con loro i termini della questione: il potere decisionale spetta al consiglio comunale, che ha sul punto l’ultima parola. Le leggi di riferimento sono sostanzialmente quelle vigenti all’epoca del parco della Galleana: ogni comune ha il potere di pianificare il proprio territorio, indipendentemente da chi è il proprietario delle aree interessate, sia esso un soggetto pubblico o privato; e indipendentemente dal fatto che il comune ne abbia il possesso all’atto della delibera che stabilisce una nuova destinazione d’uso. La nostra variante non è illegittima: non esiste alcun impedimento. Tanto è vero che nel caso di aree militari il ministero della difesa, (attraverso il comando militare competente), può sempre, ove lo ritenga, presentare Osservazioni per modificare l’atto che il comune ha adottato, precisando il perché lo ritiene inidoneo: sta al comune accogliere o respingere l’Osservazione. (E non si dimentichi che il comune di Piacenza negli ultimi anni ha approvato almeno 3 Varianti specifiche al PRG: Autosilo di via Venturini, Centro addestramento ex Enel di viale Risorgimento; e immobili comunali destinati a finanziare il palazzo Uffici).
- E’ vero che vale sempre la norma fondamentale secondo cui se l’autorità militare ritiene che un immobile sia strategico ai fini della difesa nazionale, vengono a cadere tutti i vincoli comunali, ma il sindaco Dosi ci ha riferito che nel suo incontro a Roma il 25 gennaio scorso, gli è stato tranquillamente detto che per le Autorità militari la Pertite può anche essere destinata a parco, e che la pista di collaudo può trasferirsi nell’area dell’Artale. In base alla mia esperienza devo dire che non ho mai trovato nelle rappresentanze militari atteggiamenti pretestuosi o dilatori, ma anzi rispettosi delle comunità in cui i loro insediamenti sono collocati: ricercano sempre ogni possibile collaborazione con le istituzioni locali.
-l’accoppiata PSC-RUE che la giunta Dosi considera immodificabile ha come allegato il Master Plan del Politecnico, che destina tutte le aree militari a 3 diverse ipotesi di edificabilità per ognuna di esse, e quindi è evidente che le previsioni relative alla Pertite confliggono con la destinazione a Parco Pubblico. Ho sempre chiesto all’ass. Bisotti di stralciare dal PSC ogni riferimento al Master Plan, ma l’ass. non è d’accordo, e però non si offenderà se lo accuso di perseverare in un comportamento contraddittorio. Il Master Plan serviva a finanziare un nuovo stabilimento militare da 250 milioni di €, ma ora che quell’ipotesi pare tramontata, il Master Plan deve essere cestinato: ingenera equivoci e fa dubitare delle reali intenzioni del comune di Piacenza.
-per il Parco della Galleana dopo il regime di concessione si stabilì di comune accordo tra le parti di passare ad una permuta con conguaglio, 16 anni dopo, nel 2001 quando era sindaco Gianguido Guidotti e vice sindaco l’on. Foti.
-spero che il sindaco Dosi superi le sue perplessità e dimostri ai suoi assessori e alla città che egli ha capito cosa Piacenza si aspetta dall’Amministrazione comunale.Grazie.(Stefano Pareti, Auditorium Fondazione - Piacenza 9 aprile 2013).
veduta aerea dell’area della pertite