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Serate Piacentine 1930 – 1970

Presentazione volume lunedì 7 dicembre 2015, sala Panini Banca di Piacenza


Con questo nuovo volume Esercizidimemoria, si pone l’obbiettivo di un triplice ricordo. Non solo quello ovvio, dell’argomento –come erano le serate di una volta dei piacentini-, ma anche ricordare quella lunga serie di documenti che la Banca di Piacenza era solita dare alle stampe in occasione della presentazione dei suoi bilanci annuali a Roberto Mori che li realizzava.

Nell’estate del 12007 quando si trattava di programmare l’argomento che avrebbe accompagnato il bilancio del 2008 della Banca di Piacenza, Roberto Mori, si trovò, come spesso accadeva, a parlarne con quel gruppetto di amici che ha fatto dello Studio Croce una sorta di covo, tra cui Mario Di Stefano e Maurizio Cavalloni, e che più tardi darà vita alla realizzazione degli Esercizidimemoria.Per quell’anno si pensò di dare spazio, voce e immagine a quei tempi -quando ci si divertiva anche con poco-. L’argomento venne ritenuto credibile anche per accompagnare il ponderoso bilancio della Banca di Piacenza e Roberto, con la consueta lievità, raccontò di locali da ballo, cinematografi, gruppi ed orchestre di musica leggera.

Ora Esercizidimemoria, riprende il tema allargandolo (senza la pretesa di esaurirlo), sia per quel che riguarda lo spazio temporale –si va dal 1930 al 1970- sia per quel che riguarda gli spettacoli, i luoghi e le occasioni che animavano le Serate piacentine di quel quarantennio, che ha vista, da un lato crescere –dopo i difficili anni di guerra- ed arricchirsi la città, dall’altra diminuire i luoghi di incontro collettivo ed impoverirsi di rapporti e conoscenze personali.

Nella realizzazione si è attinto abbondantemente quindi al lavoro (che in qualche modo anticipava lo spirito di Esercizidimemoria) di Roberto Mori e della Banca di Piacenza, cui vanno ovvi ringraziamenti. Scontate le lacune in una materia tanto vasta e variegata, nella convinzione che, anche per future pubblicazioni, il ricordo di persone, luoghi e fatti di quel mondo e di quegli anni che nella memoria dei protagonisti che si sono succeduti, sono percepiti –nonostante tutto- più belli forse solo perché, per loro, giovanili.