la Cartolina Piacentina
Storia della Cartolina Piacentina
Per cercare di rendere omaggio al lavoro di un gruppo di instancabili collezionisti, è nata l’idea di realizzare questo catalogo. Noi siamo riusciti a raccogliere circa 1200 cartoline diverse che abbiamo selezionato nei gruppi che ci sono sembrati più logici. Ci siamo resi conto che però ne esistono ancora tante in circolazione sia per alimentare ulteriormente i gruppi già ordinati che per eventualmente aggiungerne dei nuovi. In vari casi sono emersi anche degli errori che abbiamo provveduto a segnalare. Quasi tutte le cartoline erano già corredate dalle didascalie, ove mancanti, abbiamo provveduto ad integrarle. Il materiale da reperire è ancora tanto, sarebbe possibile pensare ad un futuro seguito con un nuovo catalogo. Desidero qui ringraziare formalmente gli esperti dei diversi settori che fanno capo alle varie tipologie di ricerca e raccolta che hanno messo a disposizione il loro tempo e le loro conoscenze per realizzare questo archivio di immagini, veri piccoli tesori, con rare testimonianze di un passato che ci vede ancora in parte testimoni.
ponte di barche sul Po
Un panorama generale. La nascita della cartolina si fa ascendere al 1°ottobre 1869 ad opera delle Poste Imperiali Austriache. Solo che non era ancora illustrata, infatti si chiamava Correspondenz-Karte e conteneva solo testi e l’impronta del francobollo da 2 Kreuzer con l’immagine dell’Imperatore Francesco Giuseppe. L’idea del cartoncino scrivibile incontrò subito un buon successo e si calcola che solo nel primo anno di diffusione se ne vendettero nove milioni di copie. Altri Stati seguirono, tanto che due librai di Lipsia avevano presentato un progetto, respinto, per l’introduzione di una “Universal Correspondenz-Karte”. L’idea della Postal Card intanto si andava diffondendo in tanti Paesi del mondo; nel 1874 con la legge del 23.6.1873 n. 1442 anche l’Italia concesse l’uso della Cartolina Postale. Nel 1886 il Congresso Mondiale dell’Unione Postale Universale, riunitosi a Lisbona, autorizzò la circolazione internazionale della Cartolina Postale che sino ad allora era limitata ai soli territori nazionali.
L’origine delle cartoline illustrate è molto più controversa. In realtà all’inizio, cioè nel secolo XVII, le Carte Illustrate erano opere singole, dipinte da artisti famosi, oggetto di collezione anche da parte di personaggi storici e letterati. Poi, con la diffusione resa possibile dalla stampa, la circolazione delle cartoline si ampliò anche in relazione agli avvenimenti che potevano essere oggetto di interesse e quindi illustrate. Presto sulle cartoline apparvero volti di graziose ragazze o rappresentazioni di monumenti e vedute: le famose Gruess aus… che consentivano tanti doppi sensi. Anche in Italia vennero diffuse le Gruess aus con le vedute dei nostri monumenti e delle belle ragazze italiane. Lo scoppio della guerra franco-prussiana e delle successive prima e seconda guerra mondiale portò all’utilizzo della cartolina per scopi propagandistici con illustrazioni di stemmi militari (le famose reggimentali), allegorie patriottiche, armi ed armati. Più o meno nello stesso periodo nacquero anche le cartoline natalizie edite con abbondanza di soggetti riferiti al Natale destinate a portare un momento di pace nelle trincee. Il tutto si inseriva in un contesto artistico in cui si miscelavano l’art nouveau, il futurismo, il classicismo ed il realismo riferito agli orrori della guerra e delle trincee facilitato dall’utilizzo del mezzo fotografico.
Con l’aumento delle necessità di spostamento, anche il volume delle cartoline spedite si espanse a quantità impensabili. Sono vecchi numeri, ma fanno ugualmente riflettere: nel 1894 sono state spedite 1.750.000.000 di cartoline e dal 1894 al 1919 in tutto il mondo 140 miliardi! Spesso tra gli autori delle cartoline si celavano pittori di fama che le utilizzavano per farsi pubblicità: Boccasile, Cascella, Metlicovitz, Dudovich, Mazza, Fontana, Mucha, Fisher, Casas. Ci si accorge che la cartolina è anche un ottimo mezzo di propaganda: personaggi, situazioni e sigle azzeccate hanno fatto la fortuna di buoni pubblicitari.
L’origine delle cartoline illustrate è molto più controversa. In realtà all’inizio, cioè nel secolo XVII, le Carte Illustrate erano opere singole, dipinte da artisti famosi, oggetto di collezione anche da parte di personaggi storici e letterati. Poi, con la diffusione resa possibile dalla stampa, la circolazione delle cartoline si ampliò anche in relazione agli avvenimenti che potevano essere oggetto di interesse e quindi illustrate. Presto sulle cartoline apparvero volti di graziose ragazze o rappresentazioni di monumenti e vedute: le famose Gruess aus… che consentivano tanti doppi sensi. Anche in Italia vennero diffuse le Gruess aus con le vedute dei nostri monumenti e delle belle ragazze italiane. Lo scoppio della guerra franco-prussiana e delle successive prima e seconda guerra mondiale portò all’utilizzo della cartolina per scopi propagandistici con illustrazioni di stemmi militari (le famose reggimentali), allegorie patriottiche, armi ed armati. Più o meno nello stesso periodo nacquero anche le cartoline natalizie edite con abbondanza di soggetti riferiti al Natale destinate a portare un momento di pace nelle trincee. Il tutto si inseriva in un contesto artistico in cui si miscelavano l’art nouveau, il futurismo, il classicismo ed il realismo riferito agli orrori della guerra e delle trincee facilitato dall’utilizzo del mezzo fotografico.
Con l’aumento delle necessità di spostamento, anche il volume delle cartoline spedite si espanse a quantità impensabili. Sono vecchi numeri, ma fanno ugualmente riflettere: nel 1894 sono state spedite 1.750.000.000 di cartoline e dal 1894 al 1919 in tutto il mondo 140 miliardi! Spesso tra gli autori delle cartoline si celavano pittori di fama che le utilizzavano per farsi pubblicità: Boccasile, Cascella, Metlicovitz, Dudovich, Mazza, Fontana, Mucha, Fisher, Casas. Ci si accorge che la cartolina è anche un ottimo mezzo di propaganda: personaggi, situazioni e sigle azzeccate hanno fatto la fortuna di buoni pubblicitari.
molini degli orti
Torniamo a noi. Dal poco che abbiamo tracciato, penso che risulti evidente che il mondo della cartolina è vastissimo e poliedrico. Vi sono tanti modi di collezionare e di presentare le proprie raccolte. Noi ci siamo attenuti ad un principio di documentazione la più precisa e la più vasta possibile. All’inizio ci eravamo proposti di illustrare i luoghi della nostra infanzia e della nostra vecchia città, poi, con l’aumentare del materiale disponibile, abbiamo man mano allargato il cerchio aggiungendo nuovi capitoli: la guerra, i nuovi quartieri, la città che si ingrandisce integrando alcuni comuni limitrofi (S. Antonio, S. Lazzaro e Le Mose), le nuove strade, i locali pubblici, il variare dello stile di vita e poi le cartoline dei vari corpi militari che si sono succeduti nella città, le feste e le esposizioni, le inaugurazioni. A Piacenza, dall’inizio dello scorso secolo, furono attivi vari editori che si distinsero per la eccellente qualità delle loro vedute: V. Porta, i F.lli Bernardi, G. Marina, G. Garioni, M. Tacchini, D. Foroni e G. Amerio, A. Ragazzi, L. Camisa, A. Bosi e G. Favari, oltre a L. Stucchi e L. Fagnola, assieme ad altri negli anni successivi.
Al Garioni, editore dal 1905, va dato merito di aver prodotto una grande quantità di interessanti e gradevoli cartoline utilizzando bravi fotografi che riuscirono a costruire elementi di documentazione, di cronaca e di costume tali che oggi ci rendono possibile di riscoprire la reale quotidianità della storia cittadina. Nella maggior parte di queste immagini sono narrati gli aspetti del territorio urbano, oltre che le tante vie e piazze, gli avvenimenti importanti e i personaggi: sono documenti di grande interesse documentaristico sia per il collezionista che per lo storico ricercatore di cimeli. Guardando queste immagini riusciamo a rivivere i ricordi dei nostri padri e riscopriamo la Piacenza di un tempo, ancora racchiusa nella cerchia di mura ed i varchi daziari con le grandi cancellate. Le strade invase dai pedoni con poco traffico e senza cementificazioni. I primi tram che stavano per scalzare i vecchi omnibus a cavalli e le sopravvissute carrozze in Piazza della Grida. E poi i vari personaggi che popolavano questa città: i ricchi signori seduti ai tavolini del Bar Italia o del Barino a bere birre ed aperitivi, la venditrice di merletti all’ombra della statua del Giandomenico, della fornitrice di granaglie per i tanti colombi che trasformavano piazza Cavalli in Piazza San Marco, le grandi insegne pubblicitarie che adornavano i tanti negozi presto scomparsi inghiottiti dal primo e secondo lotto dell’INA e dell’INPS, le tende parasole, grandi come vele, che ombreggiavano il Palazzo del Governatore, altrimenti troppo austero. E poi le varie mostre ed esposizioni organizzate da tante ditte e aziende agricole per mostrare le proprie realizzazioni: l’esposizione agricola industriale del 1902, l’esposizione avicola del 1903, l’inaugurazione del ponte su Po con intervento di S.A.R. il Re, la pubblicità delle automobili Marchand dei F.lli Orio, delle macchine agricole Bubba e poi le tante Mostre dell’Uva e del Vino a dimostrare la vivacità dell’economia piacentina in generale.
Al Garioni, editore dal 1905, va dato merito di aver prodotto una grande quantità di interessanti e gradevoli cartoline utilizzando bravi fotografi che riuscirono a costruire elementi di documentazione, di cronaca e di costume tali che oggi ci rendono possibile di riscoprire la reale quotidianità della storia cittadina. Nella maggior parte di queste immagini sono narrati gli aspetti del territorio urbano, oltre che le tante vie e piazze, gli avvenimenti importanti e i personaggi: sono documenti di grande interesse documentaristico sia per il collezionista che per lo storico ricercatore di cimeli. Guardando queste immagini riusciamo a rivivere i ricordi dei nostri padri e riscopriamo la Piacenza di un tempo, ancora racchiusa nella cerchia di mura ed i varchi daziari con le grandi cancellate. Le strade invase dai pedoni con poco traffico e senza cementificazioni. I primi tram che stavano per scalzare i vecchi omnibus a cavalli e le sopravvissute carrozze in Piazza della Grida. E poi i vari personaggi che popolavano questa città: i ricchi signori seduti ai tavolini del Bar Italia o del Barino a bere birre ed aperitivi, la venditrice di merletti all’ombra della statua del Giandomenico, della fornitrice di granaglie per i tanti colombi che trasformavano piazza Cavalli in Piazza San Marco, le grandi insegne pubblicitarie che adornavano i tanti negozi presto scomparsi inghiottiti dal primo e secondo lotto dell’INA e dell’INPS, le tende parasole, grandi come vele, che ombreggiavano il Palazzo del Governatore, altrimenti troppo austero. E poi le varie mostre ed esposizioni organizzate da tante ditte e aziende agricole per mostrare le proprie realizzazioni: l’esposizione agricola industriale del 1902, l’esposizione avicola del 1903, l’inaugurazione del ponte su Po con intervento di S.A.R. il Re, la pubblicità delle automobili Marchand dei F.lli Orio, delle macchine agricole Bubba e poi le tante Mostre dell’Uva e del Vino a dimostrare la vivacità dell’economia piacentina in generale.
gita motonautica piacenza venezia 1908
Tanti artisti locali hanno partecipato alla realizzazione dei bozzetti che in molti casi sono assurti a vere opere d’arte; abbiamo così Ottorino Romagnosi, Nazareno e Giuseppe Sidoli, e poi Bot, Aldo Ambrogio, Bruno Marandolani e tanti altri. (il presidente del Circolo Filatelico Numismatico Piacentino, Domenico Antro).