penna

Mario Bacciocchi

un architetto del '900 - di italo e luca bottale

Quando viene al mondo un essere umano quelli che gli sono attorno hanno solo delle speranze su cosa farà e come lo farà. Col passare degli anni si inizia a capire il cosa ed il come, ma spesso è poco o nulla chiaro il perché. Col trascorrere del tempo, in funzione della maggiore o minore notorietà raggiunta, aumenta il numero delle persone che conoscono il cosa ed il come, ma il vero perché continua ad essere chiaro a pochi. Alla fine del percorso solo i Santi e i Demoni vengono ricordati, si sa cosa hanno fatto, come lo hanno fatto ma se ne discute e si cerca di interpretarne il perché. Questo nostro ricordo riassume le tante opere per illustrare il cosa, spera di chiarire il come, ma sopratutto ha lo scopo di non far perdere la memoria dell'Architetto Mario Bacciocchi, un uomo buono e generoso dotato di molti talenti. Per il perché: forse è solo perché era la sua missione.


ritratto del 1926

L'Architetto Mario Bacciocchi nasce a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il 17/9/1902 da Fiorenzo Bacciocchi ed Elena Ottolenghi. La famiglia Bacciocchi, con i figli Mario e Margherita, abitava in corso Garibaldi, sopra la tipografia di proprietà di Giuseppe Pennaroli, fondata nel 1866, dove il padre dell’Architetto aveva iniziato, da ragazzino, l’attività lavorativa diventando presto l’uomo di fiducia del Pennaroli. Alla morte di questi, avvenuta nel 1899, Fiorenzo Bacciocchi affittò lo stabilimento dalla sua vedova. Il Pennaroli era stato uno dei massimi editori di Canzoni Popolari e di Pianeti della Fortuna e Fiorenzo Bacciocchi, oltre alle altre normali attività della tipografia, tuttora esistente, continuò la loro produzione senza mutamenti sino al 1919, quando, all’età di 61 anni, si ritirò. In un articolo pubblicato sul giornale “Libertà“ di Piacenza, nel febbraio 2010, il giornalista Ettore Carrà ricorda che “su questa tipografia hanno scritto in diversi, tra cui Montanelli a proposito dei pianeti della fortuna, scovati addirittura in Estonia, Corriere della sera 25 giugno 1943”. In un incontro avvenuto nel 1970 con l'Architetto Bacciocchi questi gli confidò“ che la sua bella e nota collezione di francobolli nacque nel 1910 grazie alla corrispondenza pervenuta da tutti i Continenti da parte degli acquirenti dei pianeti della fortuna. Ogni giorno, ricorda che si consegnava alla posta di Fiorenzuola 50 pacchi di Pianeti per destinazioni nazionale ed estere”.

Allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1915, Mario Bacciocchi, appena tredicenne, organizza con alcuni amici, una mostra d'arte e antichità in favore delle famiglie dei richiamati. Per tutto il periodo della “Grande Guerra” aiuta il comitato di preparazione Civile di Fiorenzuolanel raccogliere indumenti, inviare pacchi ai soldati nell'organizzare lotterie di beneficenza, nel visitare feriti. Nel 1917 fonda in Fiorenzuola una Sede della Società Giovine Italia per la propaganda patriottica in generale e mazziniana in particolare, divenendone in seguito il presidente. Nel 1917 inizia la frequenza, all'Istituto Tecnico G.D. Romagnosi a Piacenza, ricevendo nel 1920 il diploma d'onore di Perito Geometra. Nel 1921 dà gli esami per entrare all'Accademia di Brera di Milano, e frequenta i corsi della Scuola Superiore d’Architettura presso il Politecnico. In questo periodo abita presso gli zii Giuseppe e Mimina Ottolenghi. Durante la frequenza all’Accademia di Brera, il suo desiderio di attività lo spinge a lavorare nelle ore libere negli studi di importanti architetti milanesi, accoppiando la teoria scolastica con l’esperienza pratica di illustri maestri. Inizia a lavorare non ancora laureato. Il primo incarico l'ottiene dal Conte Gualino per il quale si reca a Parigi a studiare le ultime novità in fatto d’impianti ippici, e per progettarne le scuderie a Mirafiori. Progetta anche il "Monumento ai Caduti" di Baselica Duce, un paese vicino a Fiorenzuola. Nel 1925 consegue la laurea in architettura a pieni voti e gli viene conferito il premio Clerichetti, che non veniva assegnato da cinque anni.

Apre il suo primo studio a Parma nel palazzo Pallavicino in Piazzale Santa Fiora, uno dei più belli della città. Mario Bacciocchi ricordava “avevo un salone con dieci finestre e i soffitti affrescati per cui i miei amici mi pigliavano in giro: a ghel al duce? chiedevano, alludendo al mio stanzone che pareva quello del mappamondo". A Salsomaggiore Terme conosce e sposa, nel Gennaio 1927, Elisabetta Fonio, figlia dell’ingegner Arturo Fonio, che aveva visto la prima volta durante una recita della Butterfly e dalla quale ha cinque figli: Franca, Renata, Massimo, Elena e Giordano. Alla fine del 1928 Collabora, con l'Impresa Fonio (del suocero Arturo) in diverse attività: nel giro di pochi mesi, su suo progetto, viene costruito il complesso del Poggio Diana a Salsomaggiore Terme. Le tribune pensili disposte ad esedra sono tra i primi esempi in Italia di elementi a sbalzo in cemento armato. Progetta la ristrutturazione del Grand Hotel di Gardone Riviera, realizzando anche del materiale pubblicitario. Disegna e progetta, in 3 ore, un Arco di Trionfo per la visita del Principe di Piemonte a Salsomaggiore Terme. In quel periodo, nel 1929, entra nel Rotary di Parma ed è per molti anni il più giovane rotariano del mondo. Si iscrive all’albo degli architetti di Milano nel 1929, dove si trasferisce e apre uno studio in via Archimede. Partecipa a numerosi concorsi e nel 1931 è inviato dal Comune di Milano a Berlino con la commissione per la visita alla Bauausstellung.


modello ligneo originale del liceo classico melchiorre gioia

Nel 1934 viene incaricato del progetto per il Nuovo Liceo ginnasio in Piacenza. La Giunta Comunale gli dedica, nel 1990, il tratto della via adiacente al Liceo. Nel 1937 trasferisce lo studio nel palazzo Belgioioso, a Milano. Nel 1938 il suo nome comincia ad assumere una certa notorietà grazie alla progettazione e realizzazione del primo “grattacielo” di Milano, in piazza Fiume, oggi piazza della Repubblica. Costruirà, dopo la guerra un secondo “grattacielo” in Corso Genova. A Milano frequenta la Trattoria Toscana Bagutta, dove disegna sulle pareti diversi "trompe l'oeil" e fa diverse caricature degli amici artisti. Nel 1939 incontra Don Orione, il fondatore del Piccolo Cottolengo Milanese, e progetta, eseguendone la direzione artistica, la nuova struttura per 2.500 ricoverati in Viale Caterina da Forlì. Questa è una delle opere più importanti, progettata ed eseguita gratuitamente, che iniziata nel 1940 continua tuttora a svilupparsi. Dopo lo scoppio della guerra nel 1939 ed il primo bombardamento di Milano dell'Ottobre 1940, l'architetto Bacciocchi porta la famiglia a Salsomaggiore Terme, nella villa della moglie Elisabetta, per la quale aveva progettato le porte interne delle sale del piano terra nel 1927. In questo periodo svolge attività di consulenza per progetti del Ministero delle Finanze (aziende patrimoniali dello Stato). Progetta la Casa del Bambino in Salsomaggiore Terme, alberghi e stabilimenti vari in Acqui, le nuove fonti ed alberghi e ritrovi in Recoaro. Nel 1948 viene chiamato in India per sviluppare il piano regolatore di una nuova città destinata a ospitare i rifugiati dal Pakistan. L'anno successivo progetta la Nuova facoltà di Agraria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Piacenza. Per la costruzione dell'edificio della facoltà fu dapprima bandito un concorso e si finì per affidare l'elaborazione di un definitivo progetto all'architetto Mario Bacciocchi “del quale è noto il valore per i magnifici edifici da lui costruiti e che recano tutti una caratteristica nota personale”. Nel 1951 è uno dei 12 Soci fondatori del Rotary Club di Salsomaggiore Terme.


metanopoli la città del terziario

Mario Bacciocchi ha progettato, a partire dal 1952, la maggior parte del “villaggio” di Metanopoli, alle porte di Milano. Qui Mattei decide di realizzare oltre al polo delle attività produttive dell'Eni, ma anche il centro abitativo di coloro che vi avrebbero lavorato. Il Bacciocchi progetta le prime case per i lavoratori, i dirigenti AGIP e la chiesa di Santa Barbara, voluta da Mattei. La collaborazione tra Mario Bacciocchi ed Enrico Mattei, riguarda anche la progettazione delle stazioni di servizio della rete Agip e i primi Motel Agip. Mattei e Bacciocchi vengono chiamati "il principe e l'architetto" ed è proprio il progettista ad "inventare" per la città dei metano, il nome di Metanopoli.


milano, stazione Agip in viale certosa

Il 2 Giugno 1954 con Decreto del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, viene conferita all'Architetto l'onorificenza di “Commendatore Al Merito della Repubblica Italiana”. Nel 1955 è chiamato a Boston per erigere un piedistallo per una statua della Madonna, dello scultore Minerbi, alta 10 metri che i sacerdoti di Don Orione in Italia avevano inviato ai sacerdoti di Don Orione negli Stati Uniti. I membri del comitato americano, visti i progetti del Piccolo Cottolengo, avevano chiesto lo stesso architetto per fare il piedistallo. Dopo un mese l’architetto torna in Italia con l’incarico di progettare un complesso comprendente un santuario, chiese, una casa di ricovero per vecchi Italo Americani, dotata di infermerie e pronto soccorso, su una collina che domina Boston, visibile dall’Aeroporto di Logan. L’ultimo suo studio si trovava in via Leopardi 23. L’Architetto Bacciocchi muore la notte di Venerdì 24 maggio 1974, assistito dai familiari e dai Sacerdoti del Piccolo Cottolengo di Don Orione. Nel 2009 viene assegnato alla memoria di Bacciocchi il premio «San Fiorenzo 2009».