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gli Ussari di Piacenza

..che Piacenza non ha mai ospitato..
di Lino Gallarati


Nella Cavalleria, Arma assai ricca di attrattive, gli Ussari hanno rappresentato la quintessenza delle caratteristiche dei figli di San Giorgio. Il primo reparto di Ussari in Italia di cui si abbia notizia certa, è una “Compagnia Ussari” che venne inquadrata nella “Cavalleria d’Ordinanza” dell’Esercito di Carlo Emanuele III, re di Sardegna, nell’anno 1734. Gli ufficiali e la truppa di questo reparto erano quasi tutti di origine ungherese.

Quando nel 1859 l’Italia, con l’aiuto francese, dichiarò guerra all’Austria, numerosi esuli magiari, anch’essi oppressi dal potere austriaco, si arruolarono nell’Esercito piemontese inquadrati in compagnie di Ussari al comando del colonnello Bethlen e formarono la “Legione Ungherese”. Nel mese di agosto dello stesso anno il colonnello Bethlen con i suoi Ussari si spostò a Modena dove Luigi Carlo Farini, Dittatore dell’Emilia, stava organizzando un Corpo di truppe di diverse specializzazioni, per formare il nuovo Esercito Italiano che avrebbe dovuto sostituire l’Armata Sarda.

All’arrivo a Modena di Bethlen i contatti con quel Governo Provvisorio furono immediati. Erano note le mirabili doti di comandante e di combattente del colonnello ungherese; il Governo non si esitò, pertanto, ad affidargli l’incarico di formare un Reggimento di Cavalleria, composto da otto squadroni, con 1081 uomini e con la denominazione di “Ussari di Piacenza”. Ma a parte la denominazione, prettamente italiana, il Reggimento aveva un’impronta nettamente “ungherese” ed era per l’Italia un reparto unico nel suo genere.


stemma araldico del reggimento 18° cavalleggeri di piacenza

Il Reggimento venne costituito a Parma il 28 settembre 1859 (questa la data ufficiale di nascita del Reggimento intitolato alla nostra città) e si acquartierò nell’ex Caserma Ducale della Pilotta, nel centro di Parma. Il comando degli “Ussari di Piacenza” fu assunto dal colonnello Bethlen il giorno 1° ottobre 1859. Nel 1860 il Reggimento iniziò un peregrinare da una località all’altra della Penisola.

Nei primi di aprile arrivò l’ordine di trasferimento da Parma a Savigliano, presso Cuneo. Dopo poco più di un anno, nel settembre del 1861, gli “Ussari” lasciarono Savigliano per trasferirsi a Firenze. L’anno successivo il Reggimento venne spostato a Terni, in marcia di avvicinamento per raggiungere le province dell’Italia meridionale, infestate dal brigantaggio. Fu un susseguirsi di spostamenti: da Santa Maria Capua a Vetere ad Aversa, poi a Cerignola, nella zona di Foggia. Nel ciclo di operazioni contro i briganti, gli “Ussari di Piacenza” dettero prova di abnegazione e di mirabile coraggio, lasciando sul terreno diversi componenti.

Nel 1864, dopo tre anni di campagna da incubo, contro banditi sanguinari, fra le aspre montagne del meridione, il Reggimento si portò ad Avellino e poi a Napoli, concludendo una fase della sua storia nella città partenopea. Dopo una breve permanenza a Napoli, di nuovo a Caserta e poi ancora a Voghera. Nell’infausta battaglia di Custoza, nel corso della terza Guerra d’Indipendenza, il valore e l’eroismo degli “Ussari di Piacenza” fu veramente encomiabile. Nel 1869 gli Ussari erano di stanza a Milano, ma presto vennero trasferiti a Saluzzo, in Piemonte. Nel 1871 il Comando Generale cambiò la denominazione del reparto in “18° Reggimento di Cavalleria Piacenza” e lo trasferì a Verona.

Negli anni seguenti lo troviamo a Lucca, a Vicenza, a Udine, di nuovo a Milano, a Saluzzo e a Savigliano e ancora a Verona, Caserta e Cerignola. Il Reggimento aveva incorporato nel suo emblema lo stemma della città di Piacenza: sarebbe interessante sapere perché nella nostra città non si è mai acquartierato e non è mai neanche passato nei continui spostamenti.


cavalleria piacenza 18° reggimento

L’apoteosi i nostri Cavalleggeri la raggiunsero nel 1911 in Africa, combattendo nel deserto libico la guerra Italo-Turca. Il 19 ottobre, il 3° e 4° Squadrone del Reggimento iniziarono una lunga serie di azioni e di battaglie, prodigandosi con spirito di sacrificio e abnegazione, lasciando sul terreno numerosi feriti e diversi caduti.

Siamo arrivati al 1915. L’Italia ha dichiarato guerra alla Germania e all’Austria e mentre i due Squadroni stanno operando in Cirenaica, al Comando del “Piacenza” giunge l’ordine di mobilitazione. Il 10 giugno il Reggimento superò il confine, sognando epiche, risolutive cariche contro il nemico. Ma in una guerra di posizione le cariche di cavalleria si potevano solo sognare e così i cavalleggeri, appiedati con loro grande disappunto, combatterono come fanti e mitraglieri.

Per oltre mezzo secolo, molte città italiane hanno visto sfilare nelle loro strade prima gli Ussari, ammirandone la bellissima uniforme e il superbo comportamento, poi i “Cavalleggeri di Piacenza”, che lasciavano al loro passaggio il ricordo del nome della nostra città. Ma Piacenza, della quale il Reggimento portava il nome, non ha mai avuto l’onore di ospitare questo Reparto che ha portato per il mondo il suo stemma.(bancaflash n.4 maggio 2007).