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la Rocca Viscontea e il Borgo di Castell'Arquato



xilografia del 1988

Rocca Viscontea. Il documento in latino medievale "Pacte Roche Castri Arquati" descrive nei particolari le vicende che hanno dato vita alla splendida fortificazione che svetta sulla Valdarda. Il Registrum Magnum di Piacenza fissa l’inizio della sua costruzione al 1342, in piena dominazione di Luchino Visconti. La Rocca sorge sulle fondamenta del castrum quadratum romano (III secolo a.C.), più volte ricostruito e riadattato dai tempi delle invasioni galliche. Il complesso fu ultimato nel 1349, e Luchino Visconti morì proprio quell’anno. La torre più alta costituiva un importante punto di osservazione tra la Pianura Padana con Milano e le pendici degli Appennini che portano fino al mare. Nel XIV secolo nulla e nessuno poteva sfuggire all’occhio di chi scrutava verso la valle sottostante dall’alto della Rocca! Oggi restano la struttura perimetrale esterna e le quattro torri difensive (integra solo quella orientale). Vale la salita al dongione, all’interno del quale è allestito il Museo di vita medievale, passando per la ricostruzione del ponte sul profondo fossato, lo splendido panorama che da esso si può godere. Fu costruita nel 1342 sulle fondamenta di un fortilizio preesistente, per iniziativa del comune di Piacenza.

Ne dà testimonianza un atto stipulato il 14 luglio tra il podestà di Piacenza e i maestri del muro Rainerio Secco. Cinque anni dopo, Luchino Visconti pose mano ancora alla costruzione della Rocca. A tale scopo comperò alcuni beni contigui alla Chiesa di Santa Maria ed alcuni edifici privati Fece radere tutto al suolo e innalzò l'alta torre che ancora oggi domina il paese e la val d'Arda. L'edificio tutto in cotto comprende due parti collegate tra loro; una cinta inferiore rettangolare, più ampia, disposta su due gradoni e una minore disposta più in alto. I muri perimetrali presentano agli angoli quattro torri quadrate, merlate, di cui solo quella orientale è rimasta integrata. L'ingresso principale con ponte, una volta levatoio, che oltrepassa il profondo passato, è situato alla base dei grande mastio, mentre un altro ingresso, anch'esso con ponte levatoio, prospetta la solata. Il mastio contiene locali sovrapposti, messi in comunicazione tra loro da una scala in parte in legno e in parte in muratura che porta alla sommità dalla quale il visitatore può godere un fantastico ed impareggiabile panorama che va dalla pianura padana alle Alpi a nord, sino al crinale appenninico a sud, verso il mare. La Rocca fu costruita per scopi militari ed in epoca più recente, fino agli anni ’60, fu anche carcere mandamentale.

Il borgo di Castell’Arquato è situato sulle prime alture della Val D’Arda ed ha conservato la struttura tipica dei borghi medievali senza subire modifiche significative nel corso dei secoli. Arroccato lungo una collina a circa trenta chilometri da Piacenza e poco di più da Parma controlla il passaggio sin dai tempi dei Longobardi, quando insieme a Bardi fu un importante avamposto nella lotta contro i Bizantini. Nel 789 passò sotto la dominazione dei Franchi per essere poi donato al Vescovo di Piacenza. Dal medioevo all’epoca moderna i passaggi di mano furono numerosi, dagli Scotti ai Visconti, dai Borromei agli Sforza, sino al 1707 quando entrò a far parte del ducato di Parma e Piacenza e in seguito del regno di Maria Luigia d’Austria. Oggi è un importante centro turistico, riconosciuto come città d’arte dove cultura, storia, ricchezze naturalistiche e gastronomia si fondono in una armonia perfetta. Oltre alla Rocca, che è attualmente sede del Museo di vita medievale e fa parte dell’Associazione “Castelli del Ducato di Parma e Piacenza”, sono numerosi gli edifici storici meritevoli di essere visitati.

Suggestivo e spettacolare con il suo profilo di torri, campanili e merli a cui fa da sfondo la rigogliosa natura, è caratterizzato da stretti vicoli, voltoni e tortuose scalinate dove è bello perdersi abbracciati alla persona del cuore. Il romanticismo qui è di casa. Lo si incontra ad ogni angolo, nelle strette viuzze ritagliate tra le pietre delle case, nei laterizi rossi e nell’incanto dei cortili interni, immobili e silenziosi come immagini scolpite. Nel 1985 a Castell’Arquato sono state girate molte scene del film “Ladyhawke” con Michelle Pfeiffer, Rutger Hauer e Mattew Broderick.

Tra i molti certamente la Collegiata di Santa Maria Assunta, il Palazzo del Podestà, il Palazzo del Duca, ed il Torrione Farnese. Secondo la tradizione, la costruzione della Collegiata fu iniziata nel 758 in onore di Santa Maria Assunta e donata al Vescovo di Piacenza nel 789. Successivamente al terremoto del 1117 venne ristrutturata ed ampliata e poi consacrata come Pieve nel 1122. Nel XV secolo furono aggiunti il porticato, il chiostrino ed il campanile. La facciata in arenaria locale con tracce di fossili presenta un unico portale sormontato da una bifora del 1912 in sostituzione del precedente rosone ottocentesco. Suddivisa in tre navate con tetto a capriate per quella centrale e soffitti a crociera per quelle laterali, sul lato della chiesa rivolto verso il Palazzo del Podestà si sviluppa il portico del Paradiso sorretto da archi a tutto sesto e colonne ottagonali in laterizio. Sul lato rivolto alla piazza del Municipio si aprono le quattro absidi.  Un fonte battesimale a immersione del VIII secolo è collocato nell’abside di destra, mentre appare suggestivo l’abside centrale a catino, con tre monofore e crocifisso ligneo del XV secolo.


Collegiata di Santa Maria Assunta. Dal sagrato si raggiunge il chiostrino del XV secolo con doppio loggiato e da questo di accede al Museo della Collegiata con opere provenienti dalla basilica e da donazioni del territorio. Tra le numerose opere esposte citiamo il polittico della Madonna con Bambino del XV secolo, la Natività di Cristoforo Caselli, affreschi del XIV e XV secolo, dipinti di pittori lombardi, emiliani e fiamminghi, arredi ecclesiastici. Tra i dipinti ricordiamo “La deposizione” di Ignazio Stern del 1722, tele di Gaspare Traversi del 1753 di Felice Boselli e Gaspare Landi.

Il Palazzo del Podestà fu costruito nel 1293 su iniziativa di Alberto Scoto e fu sede del Comune e del podestà. Costruito in laterizio a più corpi si sviluppa su tre piani con merlatura a coda di rondine e torretta.. Nella sala principale con originale soffitto a cassettoni sono presenti affreschi in stile neogotico di Antonio Malchiodi.

Il Palazzo del Duca, oggi proprietà privata, è composto da una parte più antica che presenta i resti di una torre merlata e di un arco che racchiude una fontana, mentre la parte più recente, posta a livello superiore, è caratterizzata da finestre a sesto acuto e decorazioni in cotto. Fu residenza degli Sforza e per tre anni vi soggiornò Papa Paolo III Farnese.

Il Torrione Farnese fu ultimato nel 1570 dagli Sforza ed è una poderosa struttura in laterizio alta venti metri suddivisa su cinque piani, dall’aspetto severo, a pianta quadrata con lati leggermente concavi e pronunciati archi a tutto sesto. In passato era collegata al Palazzo del Duca con un passaggio sotterraneo ed un ponte levatoio.