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Castello Malaspina - Gambaro di Ferriere


La storia. Fu eretto da Ghisello figlio del marchese Pietro, cui era toccata questa porzione del patrimonio di famiglia. Nel 1520 proprio in questo castello, Ghisello fu assassinato dai suoi congiunti. I Malaspina ricevettero l'investitura feudale di Torrio (in Val d'Aveto) e Noceto (presso Gambaro, in val Nure) nel 1423. In seguito questo feudo si disse correntemente degli Edifizi, dal nome della località presso Gambaro. Il maniero fu recuperato dai suoi successori che lo tennero fino all'estinzione di questo ramo del casato nel 1624 e fu quindi preso dalla Camera Ducale. Nel 1636, le truppe genovesi al servizio dei Doria e dei Malaspina, alleati alla Spagna, occuparono Gambaro spingendosi poi sino a Bettola. Odoardo Farnese mandò le truppe comandate da Francesco Arcelli a ricacciare i genovesi nelle loro terre. La controffensiva terminò a Gambaro con l'attacco al castello che provocò molte vittime. Tra i prigionieri il capitano Polidorone, comandante del presidio genovese, che trasferito in catene a Piacenza suscitò grande curiosità per l'eccezionale statura e i lunghi baffi. Ranuccio II Farnese infeudava nel 1683 questo casale e il suo distretto ai conti Corrado e Ippolito Landi del ramo di Rivalta che nel 1687 ottennero anche l'investitura con il titolo di marchesi in ricompensa per aver ceduto Bardi e Compiano.

Gambaro divenne così un importante centro giurisdizionale di confine tra Liguria e Piacentino. I Landi di Rivalta tennero il castello sino al 1785 quando divenne proprietà della famiglia genovese Bacigalupi e poi sede del comune. Il castello fu anche residenza dei commissari degli Stati di Parma e Piacenza. Napoleone vi stabilì infatti la sua mairie e in seguito i duchi vi mantennero la sede comunale, finché i ceti emergenti di Ferriere non ottennero il trasferimento del municipio. Nella seconda metà degli anni Sessanta del secolo scorso il castello era inabitabile stante la precarietà delle strutture. La situazione era ulteriormente peggiorata e, nel 1970, con il crollo della torre d'angolo seguita da parziali e diffusi cedimenti negli anni successivi. Nei primi anni Novanta rimaneva integra una porzione di fabbrica a nord mentre le restanti parti murarie erano completamente prive di copertura. Nel 1996, con il passaggio ad un nuovo proprietario furono avviati interventi di restauro sulla parte Nord (la meglio conservata) poi nel 1998 i rilievi hanno consentito la ricostruzione di due volte e di solai piano interrato e primo piano. I lavori furono poi interrotti e la situazione presto fu di nuovo al degrado. Nel 2007 la famiglia Alberoni acquista la proprietà in uno stato generale molto compromesso e sotto la regia della Sovrintendenza ai beni architettonici, dal 2008 procede ad un restauro complessivo terminato nel 2013. Il Castello di Gambaro ha bisogno di voi: ogni visitatore che entra fa un viaggio nella Bellezza e ci aiuta a tenere aperte rocche, fortezzem e manieri.


castello di gambaro veduta fine '800

Percorso di visita. La visita inizia di fronte alla facciata centrale del castello per osservarne la struttura e la parte presumibilmente più antica costituita dalla torre d'ingresso, dove sono ancora presenti le due nicchie e i cardini fulcrali, ai quali erano ammorsati i due bolzoni di legno con catene sorreggenti il ponte levatoio. Si procede con la parte sommitale della torre centrale arricchita sul lato di fronte da beccatelli in pietra portanti il cornicione. A seguire, considerazioni sull'ambiente dell'Alta Valnure e sulle strade di comunicazione, fondamentali per comprendere il senso dell'ubicazione degli abitati e delle fortificazioni, quella di Gambaro (di origine longobarda), e quella ormai scomparsa, ma indagata dall'archeologo Monaco negli anni cinquanta, posta di fronte, sul monte Castellaro. Si entra poi dal portone centrale della torre d'ingresso e si osservano le volte in pietra che sorreggono i solai del loggiato rinascimentale, con eleganti e massicce lesene; quindi si procede nella corte interna e da qui si può ammirare nel suo complesso la struttura del loggiato e leggere le tracce lasciate dai volumi ormai scomparsi, come la terza torre di sud-ovest.

Si prosegue quindi entrando in una porzione di loggiato tamponato, che comunica con la sala del biliardo, dove troviamo gli stemmi, che sintetizzano la storia secolare del maniero, rappresentando le nobili famiglie che detennero il potere anticamente e il Marchesato di Gambaro, quali i Nicelli, i Visconti, i Malaspina, a cui si deve la nascita del Castello, i Farnese e i Landi. Si passa poi all'altra ala del Castello che fu sede municipale, notarile e scolastica, dove attualmente c'è il salone dei banchetti. La visita prosegue nei suggestivi sotterranei con volte in pietra dove è visibile la prigione, che alla fine dell'800 fu utilizzata come ghiacciaia per la conservazione delle derrate alimentari deperibili e quindi in tema di delitti viene rievocata la tragica vicenda dell'assassinio di Ghisello II (1520). Si entra quindi in un ambiente voltato da cui si accedeva ad altri antri che sono attualmente colmi di detriti e impraticabili, ormai classificati come zona archeologica. Si torna alla luce esterna e con la rievocazione delle ultime vicende del castello e del villaggio di Gambaro, la visita ha termine. Durata della visita: 1 ora. Località.Gambaro di Ferriere dista circa 60 km da Piacenza.

Servizi.Il Castello Malaspina è pet-friendly, possono entrare cani di taglia piccola, media, grande. Il Castello all’accoglienza è in grado di dare una ciotola d’acqua al cane. La biglietteria-spazio accoglienza non tiene il cane mentre eventualmente i padroni visitano il maniero. I cani possono seguire i padroni durante la visita al castello.