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Canto del Maggio di Marsaglia


Gh'ê chi Carlin di maggio con l'erba e con le foglie,
la rosa e la viola.
Maggio giocondo, tu sei il più bel del mondo, maggio di primavera!
O senti a tramescà: la padrona la s'ê levà
bel o ving' o maggio, bel o ving' o ma.
O sentì a mov a mov: la padrona la pôrta i ov
bel o ving' o maggio, bel o ving' o ma, bel o ving' o maggio.
Mtè la scâla al cascinôt, trè sù i ov a vôtt a vôtt
bella o ving' o maggio, bel o ving' o ma, bel o ving' o maggio.
Mtè la scâla alla cascina, trè sü i ov alla ventina
bel o ving' o maggio, bel o ving' o ma, bel o ving' o maggio.
Se non vovlete credere che maggio l'è arrivato
'faciatevi al balcone, 'faciatevi al balcone.
Guarda gli uccelli che van per la riviera,
maggio di primavera, maggio di primavera.
E i prati verdi e gianchi per consolar gli amanti, per consolar gli amanti.
Tanti fossi da saltar, tant' murus da saludar
bel o ving' o maggio, bel o ving' o mà.
E fateci del bene se ne volete fare non possiamo più cantare
la luna passa i monti.
In pace vi troviamo, in pace vi lasciamo
vi diam la buonasera e c'è ne andiamo via.
Tira fuori un pisadù, dà da bev ai sunadù
o bel ving' o maggio, bel o ving' o mà
campa la ciossa con tutti i pulastrin,
crepa la volpe con tutti i suoi volpin!


Calendimaggio o Carlin di maggio, è una festa che celebra l'arrivo della primavera, la tradizione si perde nella notte dei tempi. Il nome riprende il calendario romano le calende di maggio, l'evento infatti si tiene tra la notte dell'ultimo giorno di aprile e il primo di maggio. Si celebra in molte regioni d'Italia, nella nostra zona sono interessate le 4 provincie confinanti: Piacenza, Pavia, Alessandria e Genova. Il rito che si tiene è all'insegna della gioia e della pace, del rinnovarsi del corso della natura; un gruppo di cantanti e suonatori si muove verso le cascine dei monti e intonano versi beneauguranti, a loro volta i padroni di casa donano agli artisti uova, vino e fiori. A Marsaglia i canterini, un gruppo di uomini vestiti per l'occasione con un foulard al collo e l'immancabile cappello di paglia, cantano e suonano il piffero e la fisarmonica. Il gruppo più famoso della val Trebbia è quello dei Mùsetta. Con il calare delle tenebre, dalla piazza principale parte il corteo dei canterini, si sposta verso i cascinali e da lontano si sente il trambusto nelle case, dove gli abitanti ancora assonnati, si preparano a ricevere gli artisti che portano buoni auspici e in cambio donano qualche uovo e un boccale di vino. Certe volte vengono preparate collane con le prime viole che nascono spontanee nei campi, e vengono poste attorno al collo dei musicisti. Guai a non aprire la porta agli ospiti, si incapperebbe in qualche maledizione. L'uovo come simbolo della rinascita e del risveglio della natura.


Questa tradizione oggi rimane ben viva nelle frazioni di montagna e questo rito di scambio, a metà tra la magia e la storia, viene vissuto con grande partecipazione da tutti i protagonisti.