la Brandazza
La Brandazza è un oggetto, oggi ai più sconosciuto e custodito nel museo capitolare della Basilica di Sant'Antonino. Si tratta di una sorta di insegna che veniva anticamente portata in processione durante la festa del Corpus Domini e recenti studi la farebbero risalire al XVII secolo. Ma vediamo come Paolo Falconi, noto autore dei primi anni del '900, proponeva la storia della croce dei piacentini sulla Strenna Piacentina del 1923.
la Brandazza
Riproduciamo con piacere la fotografia della Brandazza così nota ai nostri vecchi, e che da qualche anno non vediamo più, come era tradizione, seguire nella processione del Corpus Domini, il Santissimo a capo del popolo. Secondo i nostri cronisti, era la croce o l'insegna dei piacentini. Due versioni sono date circa l'etimologia della parola (Brandazza): alcuni vogliono derivi dalla antica parola latina "brando" nella significazione di stendardo o insegna. Altri ancora vogliono prenda il nome dal casato di una antica e popolare famiglia Brandazza che per varie generazioni fino al 1830, vantò il diritto di portarla nelle processioni, quando intervenì il Capitolo della Basilica di Sant'Antonino depositario e custode del manufatto. Noi però siamo del parere della prima interpretazione ritenendola la più genuina e logicamente veritiera, in quanto il nome di Brandazza era dato all'insegna molto tempo prima che i componenti della omonima famiglia, ne vantassero i diritti di portarla.
Essa è pesantissima di ferro battuto, con disegno gotico e infissa in un bastone. Come si vede dalla fotografia, è in forma di ruota del diametro di oltre un metro, tutta traforata e lavorata con buona fattura, composta di fiori e fogliami tutti coloriti con armonica fusione di tinte.
E' simile da ambo le parti. Nel mezzo è dipinto lo stemma di Piacenza (dado bianco in campo rosso) e dall'altro lato è modellata e lavorata a cesello una croce con il Cristo. Sovrasta la ruota una statuetta di Sant'Antonino a cavallo. Attualmente mostra alcuni segni di rifacimenti e di decadimento sensibile.
Il tempo della sua costruzione è ignoto. Della sua antichità fanno fede le varie rappezzature di diverse epoche. La convinzione dei locali cronisti è che sia l'antica insegna che il popolo piacentino metteva sul Carroccio della nostra città, può essere avvalorata dal fatto che fu sempre custodita dal Capitolo di Sant'Antonino, il quale fino alla metà del secolo XV conservava ancora nel proprio tempio il Carroccio Piacentino. Ciò lo accerta una provvigione del Comune di Piacenza del 10 giugno 1466. Vi si legge anche che il Priore degli Anziani espone che standosi fabbricando il volto della chiesa di Sant'Antonino, i lavori erano impeditida un carro trionfale: perciò il Prevosto invitava l'Anzianato o di toglierlo o di distruggerlo.
Gli Anziani risposero che si conservasse. Dal fatto della conservazione del Carroccio si può dedurre la possibilità che la ne fosse parte intrinseca, superstite ad una distruzione del avvenuta di poi. Solo l'insegna del popolo piacentino poteva essere conservata ritenendola forse sufficiente e meno ingombrante a ricordare il glorioso carro della pugna e della fede del popolo.
Essa è pesantissima di ferro battuto, con disegno gotico e infissa in un bastone. Come si vede dalla fotografia, è in forma di ruota del diametro di oltre un metro, tutta traforata e lavorata con buona fattura, composta di fiori e fogliami tutti coloriti con armonica fusione di tinte.
E' simile da ambo le parti. Nel mezzo è dipinto lo stemma di Piacenza (dado bianco in campo rosso) e dall'altro lato è modellata e lavorata a cesello una croce con il Cristo. Sovrasta la ruota una statuetta di Sant'Antonino a cavallo. Attualmente mostra alcuni segni di rifacimenti e di decadimento sensibile.
Il tempo della sua costruzione è ignoto. Della sua antichità fanno fede le varie rappezzature di diverse epoche. La convinzione dei locali cronisti è che sia l'antica insegna che il popolo piacentino metteva sul Carroccio della nostra città, può essere avvalorata dal fatto che fu sempre custodita dal Capitolo di Sant'Antonino, il quale fino alla metà del secolo XV conservava ancora nel proprio tempio il Carroccio Piacentino. Ciò lo accerta una provvigione del Comune di Piacenza del 10 giugno 1466. Vi si legge anche che il Priore degli Anziani espone che standosi fabbricando il volto della chiesa di Sant'Antonino, i lavori erano impeditida un carro trionfale
Gli Anziani risposero che si conservasse
la basilica di Sant'Antonino innevata
opera di Ottorino Romagnosi 1922
Queste e poche sommarie note su questo prezioso cimelio piacentino, servano a ricordarlo, sperando che in seguito sia possibile avere anche dati più sicuri quali indubbiamente potranno essere forniti allo studioso ricercatore storico dall'archivio abbondante e preziosissimo e altrettanto poco noto della Basilica di Sant'Antonino.
E facciamo voto anche per i venturi anni non sia tolto al popolo piacentino il piacere di rivedere nelle processioni religiose questa gloriosa insegna dei nostri avi a buona testimonianza del loro valore e della loro fede.
Note. misure: cm 175x115x40 (H x L x P). datazione: 1600-1610. autore: bottega piacentina. materia e tecnica: bronzo stampato, cesellato, dorato, metallo in lamina, dipinto, cartapesta modellata e dipinta, legno scolpito, intagliato dipinto e dorato. descrizione: alla sommità è inserita una statua raffigurante Sant'Antonino a cavallo. Nelle terminazione dei bracci del crocefisso sono raffigurati i simboli degli evangelisti.
E facciamo voto anche per i venturi anni non sia tolto al popolo piacentino il piacere di rivedere nelle processioni religiose questa gloriosa insegna dei nostri avi a buona testimonianza del loro valore e della loro fede.
Note. misure: cm 175x115x40 (H x L x P). datazione: 1600-1610. autore: bottega piacentina. materia e tecnica: bronzo stampato, cesellato, dorato, metallo in lamina, dipinto, cartapesta modellata e dipinta, legno scolpito, intagliato dipinto e dorato. descrizione: alla sommità è inserita una statua raffigurante Sant'Antonino a cavallo. Nelle terminazione dei bracci del crocefisso sono raffigurati i simboli degli evangelisti.