penna

Garilli – l’Industriale dal Cuore Bianco Rosso


L'ing. Leonardo Garilli è un industriale dal cuore caldo e biancorosso che dà molto a Piacenza: con il cuore caldo riscalda tutte le nostre case con il gas metano distribuito dal suo complesso industriale, con il cuore biancorosso dà a Piacenza una squadra di calcio che, alternandosi ora in Serie B ed ora in Serie C.1, mantiene la nostra città ad apprezzabili livelli nel gran "giro" della civiltà calcistica che sta conquistando il mondo intero e l'Italia in particolare.

L'ing. Garilli è, dunque, uno di quei moderni imprenditori (tipo Berlusconi, Mantovani, Ferlaino, Pontello, Rozzi ed altri ancora) che hanno nel cuore una vera e profonda passione sportiva e che diventano presidenti delle Società che promuovono, organizzano e finanziano le squadre di calcio delle proprie città. Non per hobby, dunque, ma per amore, un amore che va ben oltre l'immagine tradizionale di un pallone che entra in rete (gol!) o di una squadra di giocatori in calzoncini bianchi e maglietta rossa (i colori della nostra città) ma che propone un ruolo dello sport più popolare (il calcio, appunto) maggiormente inserito nel costume di vita e nella sensibilità dei piacentini.


Cagni – Garilli - Marchetti (ph P. Cravedi)

Per l'ing. Garilli una squadra di calcio forte ed apprezzata in campo nazionale, sempre citata dalla grande stampa sportiva e non, dalla radio e soprattutto dalla televisione, serve a dare a Piacenza "più nome", più spazio conoscitivo, più prestigio in tutti i campi, anche in quelli non propriamente sportivi ma coinvolti nel processo di sviluppo imprenditoriale, economico e sociale. E questo, obiettivamente, risulta vero ed inconfutabile. Infatti, quando il Piacenza, nello scorso campionato giocava in Serie B, tutte le domeniche sera del Piacenza si parlava nelle trasmissioni in TV, tutti i giornali di diffusione nazionale scrivevano questo nome Piacenza che in genere, è sempre poco scritto a livello nazionale. Ora, con la squadra bianco rossa relegata in Serie C con mediocre punteggio in classifica generale, la musica è cambiata e soltanto raramente, al di fuori delle cronache provinciali, si parla del Piacenza F.C. e di Piacenza.

E' una considerazione che brucia nel cuore dell'ing. Garilli. Questo nostro industriale del gas metano è un tipo spontaneamente franco ed istintivo, nemico della retorica e delle cerimonie ufficiali, senza peli sulla lingua, che non fa brindisi e discorsi ma dice pane al pane e vino al vino a tutti, ai suoi calciatori, ai dirigenti e collaboratori della società, agli sportivi piacentini, ai pubblici amministratori che hanno a che fare con lo sport e con gli impianti sportivi. Dice che Piacenza non ha la mentalità di emergere a dimensioni nazionali attraverso lo sport calcistico (mentalità che invece hanno città di provincia come Cremona, Ascoli, Corno. Pisa, Panna, Bergamo, Brescia, Avellino e Cesena, alcune delle quali più piccole di Piacenza), che il discorso che sta portando avanti cade nell'indifferenza della pubblica opinione e della pubblica amministrazione che ha sempre la borsa stretta quando c'è da tirar fuori una lira per la promozione sportiva e per il riassetto degli impianti sportivi. "Non so cosa dovrei fare -dice- per trasmettere ai piacentini più entusiasmo verso la propria squadra, non faccio mica il presidente del Piacenza F.C. per diventare deputato o senatore o sindaco della città. Non ho proprio ambizioni del genere. Vorrei soltanto che Piacenza fosse una città di Serie B e magari di Serie A (se la è Cremona perché non potrebbe esserla Piacenza?) in tutti i sensi, non soltanto per le prestazioni della sua squadra di calcio ma per l'inserimento in una prestigiosa attenzione nazionale in tutti gli altri settori di attività".


disegno Luciano Ricchetti

Queste sono le sue accorate considerazioni ora che il Piacenza naviga a metà classifica in C.1 (con nessuna prospettiva di promozione in Serie B) e che gli sportivi piacentini di vera fede bianco rossa non superano il migliaio. E siccome il suo interesse per la squadra non è un hobby (come poteva essere, anni fa, per un Romagnoli) ma una forte e incalzante passione, ecco che egli ci soffre e ci patisce. Si entusiasma e si dispera ogni domenica, si mangia le unghie in solitaria e nervosa tensione in panchina o in qualche angolo della tribuna. Al punto di dimenticami che, fuori dallo stadio, in tutte le case e in tutti i palazzi della città brucia l'azzurra fiammella del suo gas metano le cui bollette non conoscono avventure di crisi o di retrocessioni in serie inferiori. (da Banca Flash anno IV n. 11).