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Marietta Baderna

la Ballerina dei Due Mondi

di Paula Ridlewski Giannini Baderna
-Sintesi di Agnese Bollani-

Così scrive di lei la pronipote. Badernada: Confusione, Caos, è un termine riportato nel dizionario brasiliano. La spiegazione più plausibile è quella legata al comportamento dei fans della ballerina Marietta Baderna: battevano i piedi con calci fragorosi per acclamare l’artista che era diventata il simbolo della rivolta, del rinnovamento, una figura culturale italo-brasiliana. I marinai usano tuttora il comando “buona baderna” per indicare di virare con sicurezza e di prestare attenzione in caso di vento e onde forti. La pronipote Paula guarda la foto della ballerina ed esprime emozioni e riflessioni:
-donna altera, leggero sorriso, occhi limpidi e chiari. -è stata capace di scandalizzare, di attirare orde di ammiratori suscitando urla euforiche nei teatri, sulle strade. -è stata madre, nonna, sorella, maestra, figlia, innamorata, attivista rivoluzionaria, donna fuori tempo, abolizionista della schiavitù, “Carbonara“, repubblicana, femminista. -la sua danza proponeva rivoluzione.


Biografia. Franca Anna Maria Mattea Baderna. Nacque in casa, in Corso Matteotti numero 25, a Castel San Giovanni, Piacenza, Italia, il 5 luglio 1828 alle ore 4.
Padre: Antonio Baderna, medico chirurgo, musicista a Castel San Giovanni “filarmonica“.
Madre: Luigia Guani.
Marietta fu battezzata nella Collegiata di Castel San Giovanni Battista, certificato numero 100. Nona figlia di una famiglia di 10 persone, dopo di lei nacque il fratello Luigi Francesco Caetano.
1839: all’età di 11 anni ballò nella città natale e ricevette una pioggia di fiori.
1840: entrò nella Regia Accademia di Ballo, un collegio per ballerini diretto dal maestro Carlo Blasis e da Annunziata Ramaccini, a Milano. L’Italia era ancora sottomessa, il seme della rivoluzione era germinato in pochi, ma Antonio Baderna, il padre, era uno dei pochi. Milano era il palcoscenico dell’ancora utopica idea dell’Italia Unita.
1843: Marietta Baderna debuttò alla Scala, il pubblico chiese il bis.
1844: la Compagnia del maestro Blasis si esibì al teatro ducale di Parma; la ballerina fu omaggiata dal pubblico, dai giornali, dai critici, dai poeti. Il maestro la avviò alla conoscenza delle altre arti: letteratura e politica.
1845: Marietta venne nominata “prima ballerina” al teatro di Bologna.
1846: Marietta divenne la “prima ballerina” al teatro della Scala dove si esibì sempre con coreografie create solo per lei, lo stesso fece anche nei grandi teatri del nord. Per le strade circolava un manifesto con la sua immagine incorniciata da 16 miniature, lei in danza, conservata al museo della Scala.

Si diffondevano sempre più le idee libertarie.
1847: Marietta si esibì a Londra; il pubblico e la critica la definirono “la perla della danza”; ricevette le lodi della regina Vittoria che si fermò a vedere ed applaudire il bis.
1848: a Milano scoppiò la rivolta, Marietta accompagnava il padre alle riunioni segrete. Carlo Alberto dichiarò guerra all’Austria, i simpatizzanti venivano perseguitati e subivano minacce di arresto. I soldati austriaci entrarono nel teatro, abbatterono le porte a calci, strapparono i manifesti, cercando prove della presenza dei rivoltosi. Le porte del teatro vennero sigillate e rimasero chiuse per più di 10 anni. (Carla Fracci ritroverà nei sotterranei il manifesto con l’immagine della nostra ballerina e lo appenderà nel suo camerino.) Antonio e Marietta vennero accolti a Genova da amici.
1849: Gioacchino Giannini, imprenditore artistico, invitò Marietta ad andare a ballare in Brasile, ci volle molto coraggio ma accettò e si fece coinvolgere da questa nuova avventura, ..55 giorni in alto mare e sarebbe stato un viaggio senza ritorno e Piacenza non l'avrebbe rivista mai più. Marietta partì con il papà! Sbarcati in Brasile trovarono una terra bellissima, ma barbara, intollerante, ingiusta nei confronti di uomini e donne di pelle nera ancora legati a schiavitù. Nella piazza del porto uomini e donne neri ballavano: la danza lundu. Marietta rimase affascinata. Le strade erano piene di neri, rubati all’Africa, invece le case e i teatri erano pieni di ricchi borghesi “che non si riconoscevano brasiliani, perché non lo erano”. La ballerina debuttò a Rio de Janeiro, nei panni della” Regina delle fate“; il maestro Giannini diresse l’orchestra; il padre Antonio accompagnò la musica. Il pubblico batteva i piedi sul pavimento in segno di gratitudine; il giornale “De Commercio“ scrisse di lei. In breve divenne una celebrità, ricercata ed apprezzata per il suo talento. Tutti erano entusiasti ed incantati tanto che ad ogni esibizione vi era il tripudio e in tanti accorrevano per ammirarla.

Scoppiò uno sciopero perché alcuni operai e alcuni ballerini non erano stati pagati e Marietta prese le loro difese e raccolse denaro per aiutarli. Scoppiò un’epidemia di febbre gialla: un virus sconosciuto che uccise neri, bianchi, indigeni, stranieri, amici, ballerini, coristi, musicisti..
1950: I giornali annunciarono la morte di Antonio Baderna: musicista, operatore medico, carbonaro, democratico, seguace di Mazzini pro unità d’Italia. Venne sepolto da Gioacchino Giannini con il nome di Joaquin Baderna. Anche Marietta fu colpita da febbre e guarì, rimasta orfana, unica luce fu colui che aveva seppellito il padre e la vita doveva andare avanti: “L’arte salva e l’amore cura”! Il direttore d’orchestra componeva per lei musiche, balletti e divenne il suo compagno, il suo amico, il suo amore. E lei ballava! Marietta osservava i balletti di coloro che nelle loro danze nere mescolavano la nostalgia al dolore per la vita terribile che li perseguitava, legati a catene, subendo violenza dai padroni che vendevano i loro figli, ma che, a loro modo, sognavano la libertà. Lei diventerà con la sua azione il simbolo di una gioventù repubblicana e contro la schiavitù. A Recife un nuovo e grandissimo teatro poteva accogliere un vasto pubblico, non solo i ricchi, e lì Giannini, Baderna e la Compagnia Lirica Italiana furono invitati. Il maestro scriveva musiche e balletti che raccontavano la vita e piantavano semi di un ideale libero ed egualitario. Nelle strade di Racife la gente ballava, cantava, rideva come a Rio de Janeiro.

A Teatro gli artisti portarono in scena la libertà: il “Lundum”, allegoria di un atto d’amore. Marietta ballava con passione con un ballerino danze afro-brasiliane erotiche. I conservatori si scandalizzavano; le donne si nascondevano, divertite, dietro i ventagli; gli uomini sorridevano sotto i baffi; i suoi sostenitori esultavano.
1851: tornati a Rio de Janeiro, Giannini,Baderna e il corpo di ballo portarono in scena il lundum e il fado.
1853: da un teatro all’altro, tra coreografie e ruoli diversi, Gioacchino gestiva l’immensa richiesta: canto, musica, balletto, lirica con la Compagnia Lirica, componendo anche musiche per l’imperatore. Marietta ballava ogni giorno.
1855: Esplose una nuova epidemia: colera. Venne emanato l’ordine di distanziamento sociale, ma Marietta veniva continuamente chiamata a ballare e lei ballava. Giannini, grande come musicista e compositore di sinfonie ed opere, fece del Brasile la sua seconda patria, chiese la naturalizzazione come brasiliano.
1856: nacque Henriqueta Baderna Giannini, figlia naturale, diventerà stilista, maestra di danza classica.
1858: Marietta e Gioacchino regolarizzarono il loro rapporto coniugale, nacque Antonio, diventerà agente d’asta, creerà un museo in memoria del padre.
1859: nacque Francesca: maestra di danza classica.
??: Mario risulta parte della famiglia, forse adottato, si dedicherà alla musica e al canto, divenendo personalità influente nella musica.
1861: morì Giannini, Marietta vendette tutto per tornare in Italia dalla madre, ma ancora una volta l’arte la salvò, così, prima di tornare, ballò a Parigi con grande successo.
1864: Marietta tornò con i suoi figli in Brasile, considerandolo sua terra natale, se pur di adozione. Pubblicò sul giornale una inserzione proponendosi come insegnante alle ragazze e ciò fece nelle scuole e nelle case private.
Riprese anche a ballare, sempre proponendo il teatro realistico e di nuovo il pubblico impazziva. Si esibì fino al 1873 e insegnò fino al 1890.
1892: Marietta Baderna morì a 64 anni di cancro, in casa, a Rio de Janeiro.


Marietta Baderna al centro, con i figli Henriqueta,
Antonio e Francisca Fanny e i nipoti
foto dal libro di Paula Giannini


a “Marietta” Baderna

di Adelio Profili

Anno 1828: a Castel San Giovanni nasce una stella
muove i primi passi e già ballonzella
poi conclusa l’infantile istruzione
la famiglia decide la sua condizione.

Papà Antonio, musicista e chirurgo castellano,
la iscrive alla Scuola di ballo a Milano
ove Carlo Blasis maestro di danza lirica
le insegna i movimenti e la mimica.

Diplomata, debutta nel Teatro del paese natìo
dinanzi a folto pubblico, coronando il suo desìo,
poi altri successi nei teatri italiani
applaudita a lungo con scroscianti battimani.

A Parigi, a Londra al cospetto della regina Vittoria
ottiene grandi elogi e gloria,
indi una tournée in Brasile
in un mondo che non le è affatto ostile.

A Rio de Janeiro la sua danza travolge gli spettatori
tutti acclamano “Marietta”, la rubacuori,
alla “Baderna” tutti si aggrappano
come fosse una gomena a cui si legano.

“Marietta” è come una leggiadra farfalla
che trascina il pubblico quando balla
facendo alla schiava popolazione sognare
una libertà soffocata nel dolore.

Anno 1892: la nostra piccola farfalla non danza più, muore,
la sua arte e il suo spirito sono presenti nel nostro cuore.
“Marietta”, stella tra le stelle, danza ora nei cieli
avvolta nei suoi bianchi e leggeri veli .

Castel San Giovanni, aprile 2024