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Opilio Faimali – Domatore


il più grande domatore di belve feroci dell’800

Pontenure ha ricordato in molte occasioni, e commemora ancora oggi, 2024 il Bicentenario della nascita e il 130° anniversario della morte di Opilio Faimali. Nacque a Gropparello il 17 agosto 1824, nono figli di una coppia di agricoltori. Appena undicenne, non volendo rassegnarsi a fare la vita del bracciante agricolo, partì senza una meta sicura e con appena 6 lire in tasca. Iniziò il suo cammino viaggiando a piedi ed attraversò il Piemonte e la Savoia, giunse nella città francese di Colmar e trovò il circo di Dieder Gauthier e riuscì a farsi assumere come mozzo di stalla. Grazie alle sue iniziative dopo qualche mese era un cavallerizzo acrobata ed in questa veste seguì il circo in Germania, Austria e Polonia dove realizzo il suo primo numero di dressage: una scimmia jochey che volteggiava su un cane Terranova. Grazie a questo successo lasciò il circo di Gauthier e presentò da solo questo numero a Varsavia e Copenaghen, dove un rivale invidioso gli avvelenò la scimmia. Opilio non si perse d’animo.


Opilio Faimali – Domatore

Con i guadagni delle sue recite comprò il primo nucleo che poi sarebbe diventato il suo serraglio: due iene, due lupi e quattordici scimmie e riprese il viaggio. Non sarebbe andato lontano se un nobiluomo di Brema non gli avesse regalato un cavallo da poter trainare il suo carro carico delle gabbie con i suoi animali. Senza certezze e con notevoli difficoltà la carriera del Faimali domatore iniziava. I domatori si differenziavano a seconda del metodo “di lavoro” che adottavano. Opilio seguì un suo metodo personale che, rifiutando la frusta e il forcone, tendeva ad intimorire qualche animale riottoso con dei manrovesci. A Parigi, Marsiglia e poi in Germania presentò uno spettacolo-pantomima, in cui vestito da arabo rievocava le avventure africane della cattura delle belve. Lo spettacolo si svolgeva in gabbia rettangolare, (la rotonda venne inventata a fine ‘800). In questa gabbia Opilio lottava con leopardi, giaguari e le feline pantere che si adattavano alla sua indole muscolosa ma di bassa statura, permettendogli di abbracciarle e gettarle lontano molto meglio dei leoni, che pure affrontò senza timore. Opilio conobbe la fama (fu ricevuta a corte in Olanda, a Londra, in Belgio, dal sultano di Costantinopoli, e dal Re Vittorio Emanuele II che fu largo di elogi e regali).


Opilio - il Re dei giaguari

Sposò la vedova del domatore francese Bidel, (nel 1858), signora Giovanna Buttier Chevrier anch’essa proprietaria di un serraglio. Dalla fusione delle due imprese nacque un grande serraglio: la Menagerie Milanaise, ma nello stesso anno una epidemia vuotò le gabbie. Il Faimali decise di rifornirsi direttamente e partì alla volta dell’Algeria. Faimali fu accolto dal generale Renault e con il suo aiuto mise insieme una decina di uomini guidati da un ex della legione straniera. Con misere condizioni d’ingaggio, tre gabbie vuote, coperte vecchie e reti di recupero partì verso la Grande Cabilia . Vi restò sette mesi e Faimali ritornò sulla costa ed aveva con sé ventisette animali, molti erano giaguari che lo resero celebre con il nome di “Re dei Giaguari”.

Nella seconda metà dell’800 (20 settembre 1871), Faimali e la moglie Giovanna, acquistarono il complesso delle Colombare di Pontenure. Ma il fato volle che il 27 ottobre 1871 morisse la moglie Giovanna che era anche sua socia della Menagerie Milanaise. L’anno successivo, il 9 aprile 1872 Opilio sposò la giovane diciannovenne Albertina Carlotta Parenti di San Giogio Piacentino. Faimali Ormai aveva rinunziato a tutti i suoi animali e rimase nella sua casa delle Colombare per gli ultimi 23 anni, fino alla sua morte avvenuta il 13 settembre 1894 nella sua casa. Venne sepolto a Pontenure. Il 23 ottobre 1960, in occasione della traslazione della salma di Opilio dal vecchio cimitero al nuovo, si svolsero delle celebrazioni con il principale contributo del dott. Massimo Alberini (delegato italiano della Accademie du Cirque di Paris). Un opuscolo venne redatto dal dott. Albertini con programma delle onoranze, componenti del Comitato Organizzatore, cenni storici di Pontenure e vita di Opilio Faimali. Inoltre sulla facciata del Municipio venne posta e scoperta una lapide con la seguente dicitura: “Opilio Faimali – domatore insigne – intrepido cacciatore di belve – nella serenità di Pontenure concluse la sua vita operosa cui seppe dar lustro con forza e la destrezza 1824-1894 – il Comune di Pontenure 23-10-1960”.


lapide posta sulla facciata del Municipio di Pontenure

Alla cerimonia intervenne il Circo Nazionale Orfei e quella fu l’ultima volta che la famiglia Orfei rimase unita sotto un unico tendone.

Prese inizio la manifestazione con il Gonfalone Comunale e la Banda Musicale di Pontenure che precedevano il corteo con le autorità, invitati e la popolazione tutta. Una corona di garofani rossi riportava: “i Domatori di tutto il Mondo”, il corteo era chiuso da cavallerizzi, cammelli ed elefanti del Circo Nazionale Orfei. Dopo lo scoprimento della lapide in Municipio il corteo si spostò al cimitero comunale, dove quattro domatori in costume trasportarono il piccolo feretro con le spoglie di Faimali dalla chiesa del cimitero al nuovo loculo. I portantini erano; per l’Italia Orlando e Ferdinando Orfei, per la Francia Jimmy Frey, per l’Austria Franz Lukas. Per volere dei cittadini di Pontenure, ad Opilio gli venne intitolata la Via che partendo dalla via Emilia SS.9, di lato all’ex Consorzio Agrario arrivava alla stazione ferroviaria, ora fino a via Antonioni, via Stradella. (a cura di Franco Zerilli autore del libro “il Grande Opilio Faimali” 2024).


traslazione della salma di Opilio Faimali
trasportata da quattro domatori in divisa da sala