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la Corsa in salita Piacenza - Penice

Malgrado l’intensissimo lavoro di propaganda svolto dai dirigenti del benemerito club Sport Audace, la seconda edizione della Piacenza-Penice, pur riuscendo in modo migliore dell’anno scorso , non ha vauto un esito tale da premiare in misura adeguata i generosi sforzi degli organizzatori, i quali ben giustamente potevano pretendere un maggior interessamento da parte delle falangi di corridori italiani usi domenicalmente ad affollare le numerose e varie competizioni motociclistiche che tengono così alto il ritmo di attività del nostro sport. La giornata piuttosto ricca di avvenimenti motociclistici ha certamente influito negativamente sulla riuscita di questa corsa, che pur vanta tali attrattive da farla considerare come una delle più interessanti gare italiane, destinate ad un brillantissimo avvenire.
Il percorso della Piacenza-Penice , pur nei suoi 58km. Presenta tali varietà di carattere da farsi definire come uno dei più completi per provare le attitudini dei corridori e tutte le doti delle macchine: i magnifici rettifili che s’iniziano subito dopo la partenza per proseguire sino a Rivergaro, possono consentire ai velocisti di brillare nel modo migliore ; le strade sono ampie e ben tenute , adattissime per permettere di raggiungere le più alte velocità. Da Rivergaro a Bobbio il percorso cambia improvvisamente di aspetto; è una continua successione di curve e controcurve, difficilissime lungo le quali gli uomini veramente abili e le macchine dai freni potenti e dalle riprese fulminee hanno buon gioco; da Bobbio sino al passo del Penice la strada assume caratteristiche prettamente montane, inerpicandosi serpeggiando a larghe svolte sino a 1146 metri, culminando le sue asperità con un doppio tourniquets dall’aspetto oltremodo traditore, e lungo il quale abbiamo visto molti guidatori in difficoltà.
Su tale percorso accuratamente chiuso mediante il largo impiego di soldati ad ogni incrocio, sbocco di strada, punto pericoloso ecc. , 26 corridori si sono misurati in una contesa vivacissima dei quali solo due bicimoristi piacentini, i sigg. Massarini e Berni sono saliti sul podio, ambedue su macchina Massarini di costruzione piacentina col celebre motore D.K.W. All’arrivo, sul passo Penice, una piccola folla di appassionati convenuti da Genova, Pavia, Piacenza, Torino, ha preso d’assalto i punti più indicati per assistere all’ultima fase della corsa. Le due biciclette a motore hanno dato buona impressione , scalando rapidamente il Penice ad una media rilevante , in perfetta relazione coi tempi ottenuti dalle moto e classificandosi:
1- Massarini Vittorio (Massarini-D.K.W.) in ore 1,15 media km. 46,400 ;
2- Berni Mario (Massarini-D.K.W.) in ore 1,15’25’’
(da la bicicletta a motore del 1936)



I vincitori Massarini e Berni sono i primi a sinistra