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il Trionfo Farnesiano


Durante una delle tante mostre, del circolo Filatelico Numismatico di Piacenza, alcuni visitatori chiedevano incuriositi cosa voleva rappresentare lo scultore Guido Veroi con la placchetta d'argento presente nella collezione delle medaglie farnesiane. Ricordiamo che vennero coniate a cura del circolo piacentino con espressa dedica ai Fasti Farnesiani.

Un po di storia: a metà anni '70 era stata commissionata allo scultore e incisore romano Guido Veroi, la serie delle medaglie raffiguranti i duchi Farnese che hanno dominato la nostra città per circa due secoli. La prima medaglia venne emessa in concomitanza con gli ultimati restauri del palazzo Farnese nel 1976, le emissioni continuarono fino agli anni '80. A corollario della collezione venne forgiata una placca argentea quadrata dal titolo "il Trionfo Farnesiano". Lo stesso scultore Veroi scrisse una testo per spiegare quello che voleva rappresentare in questa incisione, qui ne diamo il testo integrale. Ringraziamo inoltre i soci storici del circolo per aver conservato questi stupendi ricordi e queste piccole opere d'arte.

Testo integrale: La placchetta presenta un carro trionfale trainato da quattro cavalli bardati alla maniera barocca. Al centro del carro si innalza un albero navale alla cui base è appeso lo stemma Farnese al quale due legionari romani rendono gli onori. Lo stemma è sormontato dalla corona gigliata e, sopra ad essa da una grande corona d'alloro sopra la quale, da una terrazza suonano le loro trombe d'argento quattro araldi.

L'albero trionfale prosegue la sua ascesa verso l'alto sostenendo, su un'altra pedana, quattro dame simboli della cortesia, dell'eleganza, della cultura e degli attributi con i quali debbono fregiarsi i principi; esse sventolano quattro guidoni sui quali si leggono i nomi degli otto Duchi della casa Farnese.

Il pennone termina con un giglio attorchiato da due putti con rami fioriti. Sul carro trovano posto su apposite tribunette le quattro virtù cardinali: la prudenza, la giustizia, la forza morale, la continenza. Il carro si completa con una prua da cui si innalza un alberodi quercia, e con una poppa da cui si alza un albero di olivo.

I fianchi del carro sono decorati da medaglioni di imperatori romani, dato che alla romanità hanno guardato tutti i regnanti di allora.
Seguono il carro un guerriero con le chiavi comunali e due donzelle con un vassoio colmo simbolo di abbondanza e con un tamburello sonante simbolo di festosità pubblica per la quale i Duchi si sono prodigati.

Il corteo è aperto da due palafrenieri che sostengono due fiamme gigliate, mentre sopra di esso brilla un sole smagliante.
Si sa, è una composizione obbligatoriamente retorica, ma è moderna ed attuale nella realizzazione. Dalla quale traspare, data l'inusitatezza di simili rappresentazioni, una interessante e divertente vena poetica che certamente interesserà il collezionista. Egli ripercorrendo idealmente tutto l'itinerario dei carri trionfali, da quelli romani a quelli Petrarcheschi, fino a quelli barocchi s'avvederà che con quest'epoca si è praticamente esaurita la componente fantastica e festosa dell'umanità.

Ben felice sembra quindi l'iniziativa -ora che la tecnica e l'economia hanno imposto la loro preponderanza su queste concretizzazioni della fantasia- di riproporre con questa placchetta l'auspicio di un ritorno anche alla serenità ed alla spensieratezza non come evasione ma come componente della vita umana. (guido veroi).


placca argentea del trionfo farnesiano


inaugurazione al farnese 1976


spadolini e spigaroli visitano il farnese